Cronache

Tunisia, è strage di donne a causa del ribaltamento di un barcone

Su 34 corpi recuperati a largo di Sfax, 22 sono di donne e tre di bambini: in Tunisia è andata in scena l'ennesima tragedia annunciata dell'immigrazione

Tunisia, è strage di donne a causa del ribaltamento di un barcone

Erano partiti forse in 53, la costa ancora una volta era quella di Sfax. Da qui si parte per raggiungere Lampedusa, molto più vicina rispetto ad altri punti della costa tunisina. Chi salpa da questo punto della Tunisia paga molto di meno i viaggi, perché a differenza di chi salpa dal nord del Paese una volta raggiunta Lampedusa non avrà possibilità di disperdersi nelle campagne siciliane.

Il barcone però questa volta non è arrivato a destinazione e, poco dopo la partenza, si è ribaltato senza lasciare scampo ai migranti che lo occupavano. E così, ecco che nel Mediterraneo il conteggio delle persone inghiottite dalle onde è destinato a salire.

Dopo le prime segnalazioni giunte alla Guardia Costiera tunisina, i soccorritori hanno raggiunto il luogo del naufragio. Forse il mare mosso, forse qualche manovra azzardata, fatto sta che l’imbarcazione è andata incontro ad uno degli incidenti più drammatici per la Tunisia in fatto di immigrazione.

Per adesso sono stati recuperati 34 corpi, tra questi 22 erano donne. Una di loro era anche in gravidanza. Sono state tutte portate, avvolte in un sacco nero, all’ospedale di Sfax e, assieme a loro, ci sono i corpi di 3 bambini. È una strage di donne e minori quella dunque che si sta profilando dinnanzi le coste tunisine, circostanza che ha destato sgomento nel Paese, ma anche più di qualche domanda.

In primis, perché questo dato drammatico ha fatto aumentare la sensazione e la percezione che a partire verso l’Italia sono sempre più minorenni e sempre più donne. Nel 2020 i primi dati elaborati dall’Oim dimostrerebbero già questo fatto. In secondo luogo, perché dalla Tunisia si continua a partire e nessuno fa nulla per impedirlo.

In questi primi mesi dell’anno, nonostante la pandemia, le partenze dal Paese nordafricano sono aumentate del 156%. Un dato impressionante, che testimonia come le autorità locali al momento non sono riuscite, ammesso che ci abbiano provato, ad arginare il fenomeno.

Dalla Tunisia si parte, ma a salpare sono sempre meno tunisini. Il punto focale dell’immigrazione da questa parte del nord Africa è che ora le organizzazioni criminali locali collaborano con quelle libiche. Dalla Tripolitania, le cui coste spesso sono impraticabili per via della guerra in corso, via terra centinaia di migranti di origine subsahariana vengono trasferiti in Tunisia. Da qui poi, si salpa alla volta di Lampedusa e della Sicilia.

Il tutto, come detto, senza che nessuno al momento faccia qualcosa di concreto per impedire nuove tragedie. I soccorsi intanto stanno continuando anche in queste ore: l’obiettivo a questo punto è dare degna sepoltura a chi dinnanzi il mare tunisino ha trovato la morte.

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