Cronache

"Arrestato 10 volte e mai espulso": bufera sull'omicida tunisino

Il 37enne tunisino che a Pisa ha ammazzato a coltellate un barbiere era già noto alle forze dell'ordine e destinatario di numerosi fogli di via. Salvini: "Non si può tollerare una vergogna simile"

"Arrestato 10 volte e mai espulso": bufera sull'omicida tunisino

Irregolare in Italia, con numerosi precenti a carico. Già stato arrestato dieci volte e destinatario di vari provvedimenti di espulsione rimasti inevasi. Mourad Talbi, il reo confesso assassino del barbiere marocchino Halim Hamza, circolava liberamente con un coltello tra le mani: una lama di 20 centimetri conficcata poi nel petto della vittima. Quella brutale aggressione, avvenuta il 7 agosto scorso a Pisa, è diventata un caso proprio a motivo del "curriculum" poco specchiato dell'aggressore, già noto alle forze dell'ordine perché accusato più volte di spaccio, resistenza e lesioni. Il 37enne di origini tunisine, secondo quanto ricostruito, ha inferto al barbiere un solo colpo mortale, senza dire nulla. Poi si è costituito.

Interrogato dal pm Egidio Celano, avrebbe riferito di avere agito per attirare l'attenzione su una presunta vicenda di abusi di cui sarebbe rimasto vittima da parte di un conoscente dell'uomo ucciso. Ma tale versione non convince gli inquirenti, che continuano a indagare. Al momento, al tunisino viene contestata la premeditazione: le dinamiche dei fatti inducono infatti a pensare che l'uomo avesse la precisa intenzione di colpire. L'arma utilizzata per uccidere, ritrovata poi accanto al corpo della vittima, sarebbe stata acquistata in un negozio vicino a Massa. L'assassino avrebbe dichiarato di averla impugnata dopo tre notti insonni. Ma le dichiarazioni del reo confesso attendono ora di essere riscontrate: la polizia, anche con l'aiuto di un testimone e delle immagini di videosorveglianza, sta ricostruendo i drammatici momenti dell'aggressione. Al termine dell’interrogatorio, l'uomo è stato condotto nel carcere Don Bosco in attesa della convalida del fermo.

La vicenda ha fatto esplodere la polemica sul fronte politico e in particolare si registra la reazione indignata di Matteo Salvini. "Arrestato dieci volte, senza essere espulso. Torniamo a proteggere le nostre città e i nostri cittadini, non si può tollerare una vergogna simile", ha affermato il leader della Lega su Twitter. Nella giornata di ieri, 8 agosto, anche alcuni esponenti locali del Carroccio avevano commentato l'accaduto con toni analoghi.

"L'omicidio del parrucchiere colpito a morte davanti al suo negozio a Pisa conferma la difficoltà in cui sono costretti a lavorare i sindaci. Il ministro Lamorgese ha abbandonato le città che sono ormai ostaggio di immigrati clandestini e baby gang che usano solo il linguaggio della violenza", ha commentato in una nota il deputato Mario Lolini, segretario della Lega in Toscana, sostenendo che "coi decreti sicurezza di Matteo Salvini quel criminale sarebbe stato già fuori dai nostri confini, se il Pd non li avesse cancellati".

La vicesindaca di Pisa, e coordinatrice locale di Forza Italia, Raffaella Bonsangue, ha da parte sua invitato a non strumentalizzare politicamente la tragedia. "Entrambi i soggetti erano immigrati, ma uno era un lavoratore che contribuiva all’economia della nostra città, l’altro era un soggetto pericoloso, ben noto alle forze dell’ordine, che infangava la reputazione di tante persone perbene che sono arrivate nel nostro paese con la prospettiva di costruire un futuro", ha affermato l'esponente forzista.

Mentre da Pd, attraverso la deputata Lucia Ciampi, sono arrivare critiche all'amministrazione cittadina.

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