Coronavirus

Tutte le fasi di una pandemia: ecco come potrebbe finire

La tabella dell'Oms illustra le fasi di cui è composta una pandemia e suggerisce le azioni da seguire per scongiurarla. Ecco come si arriva alla fine

Tutte le fasi di una pandemia: ecco come potrebbe finire

Lo scorso 11 marzo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato la pandemia. "L'Oms ha valutato che Covid-19 può essere caratterizzato come una pandemia", aveva annunciato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Fino a quel momento, la malattia causata dal Sars-Cov-2 era stata considerata ad un grado di diffusione più basso, a livello di un'epidemia. Ma quali sono le fasi di una pandemia e come evolve?

Epidemia o pandemia?

Secondo la definizione data dall'Istituto superiore di sanità, una malattia viene considerita in modo diverso "in base alla suscettibilità della popolazione e alla circolazione del germe". Si parla, quindi, di sporadica, endemia, epidemia o pandemia. Il caso sporadico si manifesta quando un virus colpisce persone singole, senza essere stabilmente presente sul territorio, mentre si parla di endemia quando la malattia circola nella popolazione, ma in modo uniforme nel tempo. Fino all'11 marzo, il nuovo coronavirus era classificato come un'epidemia, che si verifica quando una persona malata contagia più persone, facendo aumentare il numero di casi in poco tempo, con una maggiore diffusione della malattia. Per pandemia, invece, si intende una malattia che colpisce in modo rapido la popolazione di diverse aree del mondo: dal greco pan-demos significa "tutto il popolo".

Le fasi di una pandemia

Secondo la tabella dell'Oms, riportata anche dall'Istituto superiore di sanità, una pandemia si compone di sei fasi. La prima si verifica quando non ci sono casi di infezione tra essere umani causati da virus di origine animale, mentre si passa alla fase 2 quando il virus animale inizia a circolare tra gli animali domestici e causa rari casi anche nell'uomo. La terza fase, invece, ha inizio quando l'agente patogeno animale provoca casi sporadici nella popolazione o piccoli cluster, senza però alimentarli a livello di comunità. Nei tre primi step, quindi, l'allarme è ancora contenuto. L'Oms suggerisce anche le azioni da mettere in atto, per cercare di scongiurare che la situazione peggiori. In questo frangente sarebbe necessario "sviluppare, mettere in pratica, e periodicamente revisionare i Piani nazionali di preparazione e risposta all’influenza pandemica", oltre a "sviluppare solidi sistemi nazionali di sorveglianza", promuovere comportamenti per la protezione della salute e migliorare il sistema sanitario. L'Italia possiede un Piano nazionale anti-pandemia, messo a punto nel 2018, che però non ha impedito al Covid-19 di diffondersi nel nostro Paese.

La fase 4 inizia quando viene "accertata la trasmissione da uomo a uomo di un virus influenzale animale o riassortito umano-animale in grado di alimentare focolai a livello di comunità". In questo momento, l'Oms consiglia di implementare le operazioni di contenimento e mettere in atto gli interventi necessari a prevenire e ridurre il rischio di contagio. Nella quinta fase, il virus si è esteso, causando "focolai a livello di comunità in due o più Paesi di una delle Regioni Oms", mentre l'ultimo gradino si sale quando i focolai si estendono ad un'ulteriore Regione. Le azioni principali da attuare in questi casi sono volte a mitigare l'impatto sociale ed economico e a migliorare la protezione individuale e il sistema sanitario.

Infine, dopo le sei fasi, emergono il periodo successivo al picco di contagi e quello post-pandemico. Nel primo "i livelli di influenza pandemica, nella maggior parte dei Paesi con sorveglianza adeguata, sono scesi dopo aver raggiunto il picco", mentre nel secondo "i livelli di attività influenzale sono tornati a quelli tipici dell’influenza stagionale nella maggior parte dei Paesi con sorveglianza adeguata".

Come potrebbe finire?

Secondo gli esperti, le fasi di una pandemia si concluderebbero quando il 60-70% della popolazione avrà contratto il virus e sviluppato gli anticorpi. Perché questo succeda, la malattia potrebbe comportarsi in tre modi diversi. Una delle possibilità è che alla prima ondata del 2020 ne succedano altre minori e ripetute che, tra picchi e avvallamenti, potrebbero continuare per un periodo di 1-2 anni: in questo caso, potrebbero essere introdotte nuovamente le misure di contenimento, nei momenti di picco. Il secondo scenario, invece, prevede una seconda ondata in autunno o in inverno 2020, che verrebbe a sua volta seguita da ritorni minori, per un paio d'anni: si tratta, in questo caso, di uno scenario che ricorda quello dell'influenza spagnola, che si presentò in tre momenti principali, ogni volta più forte. Infine, l'ultima ipotesi prevede una lenta diminuzione dei contagi, senza la possibilità di delineare uno schema preciso.

La fine di una pandemia può essere intesa in due modi: dal punto di vista medico-scientifico e da quello sociale.

Nel primo caso, si arriva alla fine della curva quando la malattia si esaurisce e i contagi diminuiscono, mentre il secondo caso si manifesta quando le persone riprendono la propria vita normalmente, a prescindere dall'andamento della pandemia.

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