Gli unici soldi al sicuro sono quelli che spendi

Godetevi le vostre banconote anziché farvele rubare dagli avvoltoi. Senza trascurare che le bare non hanno tasche

Gli unici soldi al sicuro sono quelli che spendi

Capitava anche una volta che, qualche banca saltasse e lasciasse a secco coloro che avevano consegnato a esse i propri soldi. Ma succedeva raramente. E il pubblico metabolizzava tali incidenti senza perdere la fiducia negli istituti di credito. Da un bel po' di tempo, la situazione è peggiorata, nel senso che i banchieri in effetti sono dei bucanieri che ne combinano di tutti i colori a danno dei clienti e degli azionisti.

Non entriamo nello specifico perché non serve. Gli ultimi fattacci, suicidio compreso di un poveraccio bidonato, sono noti e i giornali ne hanno riferito con dovizia di particolari. Spieghiamo piuttosto alcuni meccanismi ai quali le banche ricorrono illudendosi e illudendoci di aumentare i quattrini, mentre, in realtà, li bruciano ustionando i correntisti, riducendoli cioè in brache di tela, con zero euro.

Per motivi strani, il risparmiatore è convinto che i funzionari siano persone perbene e a esse di affida come al parroco, neanche lontanamente immaginando che la fregatura sia dietro l'angolo. Cosicché, il suddetto risparmiatore, davanti a proposte vantaggiose per sé accetta la più allettante e se ne va felice e contento. Quali proposte? Esemplifichiamo. Se tu scegli il normale conto corrente, incassi interessi miserrimi. Se, invece, ti piace da morire un prodotto finanziario che sulla carta frutta il 7 per cento, stai sicuro che te la prendi in saccoccia. Dato che non sei un esperto (chi è esperto?) non pensi affatto ai problemi cui vai incontro. Secondo la mentalità diffusa l'istituto di credito, anche di campagna, è una specie di tempio del denaro, un ente sacro che non imbroglia nessuno. Invece, imbroglia, eccome se imbroglia, sia pure in buona fede. Punta alla speculazione e rischia con soldi non suoi bensì con quelli che ha raccolto tra il popolo. Le cose magari vanno bene per un po'. La fiducia si rinsalda tra chi deposita a chi manovra il malloppo. Quando poi avviene il patatrac, allora chi è stato massacrato, perché il prodotto finanziario promettente non ha mantenuto un tubo, si impicca per la disperazione.Ergo, l'unica raccomandazione che si può e si deve fare a chiunque si presenti allo sportello di una Cassa rurale, di una Popolare o similari è la seguente: caro amico si accontenti di pochi spiccioli di interesse e non si faccia sedurre dall'ipotesi di guadagni pazzeschi. In caso contrario, sappia che la probabilità di essere spennato sono altissime.Ricordate i bond argentini e quelli di Parmalat?

Tutta robaccia che ha mandato in malora moltitudini di allocchi entrati in banca con lo stesso spirito di chi va in chiesa, privo del sospetto che il curato sia pronto all'inganno. La musica è sempre la stessa. Una musica dolce che addormenta il cervello, finita la quale il castello in aria casca in testa ai creduloni. In sostanza l'atteggiamento del risparmiatore, allorché decida di aprire un qualsivoglia conto presso un istituto di credito, per quanto rinomato, sia sempre difensivo. Ciò non moltiplicherà i suoi averi, ma eviterà il disastro. In altre parole, l'imperativo è salvare il salvabile.

Anche chi si rivolga a una piccola filiale di periferia e chieda un consiglio su come tutelare i propri soldi, si premunisca: elmetto, giubbotto antiproiettile e pistola spianata. Ovvio. Questa è una metafora bellica. Ma conviene non scordarla davanti a uno sportello dedicato al risparmio.La predica non è finita. Gli uomini e le donne provveduti cercano per tutta la vita di spendere meno di quanto incamerano mensilmente allo scopo di accantonare un gruzzolo utile a trascorrere una vecchiaia serena, o magari per dare una mano ai figli in difficoltà. Nobili intenzioni da apprezzare. Ma alle formichine diciamo sinceramente che non ne vale la pena. Infatti, i soli quattrini nostri sono quelli che spendiamo. Il capitale, grande o piccolo che sia, è della banca nella quale lo hanno cautamente o incautamente depositato. Esse quindi si godano le loro banconote anziché farsele rubare dagli avvoltoi, senza trascurare che le bare non hanno tasche.

Gli ultimi spiccioli di esistenza è meglio investirli bene e, se una volta tolto il disturbo, non resteranno fondi per pagare il becchino, pace amen. Che importa? Tanto i trapassati non odono le sue imprecazioni.Vittorio Feltri

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