Cronache

Vaccini anti Omicron, l'Aifa dà l'ok al booster bivalente

L'Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato i nuovi vaccini bivalenti contro Omicron: ecco come funzionano e quando saranno disponibili

Vaccini anti Omicron, l'Aifa dà l'ok al booster bivalente

Tre giorni fa c'era stato l'ok dell'Ema (Agenzia Europea del Farmaco) per i vaccini bivalenti di Pfizer e Moderna contro le varianti di Omicron, ora anche la nostra Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha dato il via libera per la somministrazione. Come si legge nel comunicato della Commissione Tecnico Scientifica, i nuovi vaccini "hanno mostrato la capacità di indurre una risposta anticorpale maggiore di quella del vaccino monovalente originario sia nei confronti della variante Omicron BA.1 che delle varianti BA.4 e BA.5".

A chi sono rivolti

Comirnaty ( Pfizer) e Spikevax (Moderna) saranno utilizzati come dosi booster per tutti i soggetti dai 12 anni in poi. La somministrazione dovrà avvenire dopo almeno tre mesi dal primo ciclo vaccinale (le due dosi) o dall'eventuale terza dose già ricevuta. La Commissione ha sottolineato che, innanzitutto, il richiamo specifico contro l'attuale variante è "fortemente raccomandato" alle persone fragili e a tutti gli Over 60. In ogni caso, il resto della popolazione potrà decidere di vaccinarsi o su consiglio del proprio medico ma anche come scelta individuale. Come detto, l'aggiornamento funziona sia contro la prima variante Omicron ma anche su tutte le altre, specialmente 4 e 5, che si sono sviluppate successivamente.

Perché si chiamano bivalenti

Il nome di vaccini bivalenti è dovuto al fatto che, grazie alla tecnica con Rna messaggero, contengono sia l'antidoto per bloccare il Covid-19 originario (quello di Wuhan), ma anche le varianti in circolazione in grado di neutralizzare Omicron. Infatti, anche se gli attuali vaccini funziano ugualmente contro la malattia grave, gli anticorpi riescono a sfuggire all'attuale Sars-CoV-2 perché ben diverso da quello apparso per la prima volta tre anni fa. Come scrive Repubblica, le prime dosi dovrebbero arrivare in Italia mercoledì 7 settembre con le varie lle Regioni pronte ad avviare la campagna di vaccinazione. Ulteriori forniture dovrebbero essere consegnate il 14 e il 21 settembre.

Vaccini "vecchi" da usare

Cosa succede, però, con i vaccini "vecchi"? Più di due milioni di dosi rischiano così di rimanere inutilizzati. Come hanno sempre predicato gli esperti, però, anche quelli attuali funzionano e non si deve necessariamente aspettare per sottoporsi a una somministrazione, soprattutto se si è soggetti fragili e a rischio. L'Ema ha sottolineato che le versioni "vecchie" versioni dei vaccini Pfizer e Moderna prevengono ancora la malattia grave e l'ospedalizzazione tanto da essere comunque utilizzati nelle campagne di vaccinazione Ue soprattutto per le vaccinazioni primarie.

L'Italia sta donando molti vaccini ai Paesi che ne hanno più bisogno: grazie al progetto Covax, abbiamo già esportato all'estero oltre 26 milioni di dosi del vaccino di Johnson & Johnson, circa 14 milioni di AstraZeneca, quasi 2 milioni del vaccino Moderna e più di 7 milioni di Pfizer.

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