Cronache

Il vaporetto ostaggio dei nomadi: così si portano via tutti i soldi

Dopo ripetuti borseggi nel centro di Venezia fermate due donne. Avevano addosso molta refurtiva, per un valore di circa 300 euro

Il vaporetto ostaggio dei nomadi: così si portano via tutti i soldi

Nella giornata di ieri, domenica 9 agosto, sono state fermate madre e figlia di etnia rom trovate a rubare nel centro storico di Venezia. Con loro avevano diversi oggetti trafugati in più di un saccheggio. Profumi, scarpe, portafogli, tutti oggetti rubati nei negozi della città veneta. Merce per un totale di circa 300 euro.

Madre e figlia rom: ladre di preofessione

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine le due donne, la madre di 46 anni e la figlia 17enne, erano diventate l’incubo dei negozianti del centro della città lagunare. Tante le segnalazioni a loro carico, tanto da portare gli agenti del Comando della Polizia locale a controllare la situazione di persona. Una pattuglia in borghese del Nucleo operativo si è quindi appostata e ha aspettato di vedere le due ladre in azione. L'appostamento però non è durato molto. Le sospette sono infatti uscite da un esercizio pubblico sito in Campo della Guerra, per poi dirigersi verso le Mercerie dell’Orologio. Ovviamente in atteggiamento alquanto sospetto. Anche il pedinamento da parte della polizia è durato poco. Le due malviventi poco dopo sono entrate in un negozio e sono state viste rubare un paio di ciabatte da un espositore. Una volta preso il bottino sono scappate velocemente cercando di raggiungere l'imbarcadero della linea 2 di Rialto.

Fermate con la refurtiva addosso

Là però, ad aspettarle, hanno trovato i poliziotti che hanno avviato la perquisizione. Oltre alle ciabatte, addosso avevano anche profumi, completi intimi, portafogli e altri oggetti trafugati in diversi negozi del centro città, lungo Strada Nova. Alla fine il valore della merce recuperata indosso alle due rom si aggirava intorno ai 300 euro. Le due donne, madre e figlia, sono risultate residenti sulla terraferma. La 46enne, già nota alle forze dell’ordine a causa di alcuni precedenti a suo carico, è stata posta in arresto. Invece per la ragazza di 17enne, risultata al suo primo reato, è scattata una denuncia a piede libero. Per questa mattina è previsto il processo per direttissima al Tribunale di Venezia.

Tanti i furti messi a punto proprio da bande di origini sinti. A maggio era finita dietro le sbarre colei ritenuta la capa di una delle bande all'opera a Venezia e in altre province del Veneto. Alla donna e ai suoi complici sono stati attribuiti oltre un centinaio di furti commessi tra le province di Venezia, Padova, Verona, Rovigo, Mantova e Ferrara. La donna era riuscita anche a ottenere un alloggio popolare e il reddito di cittadinanza.

Probabilmente i controlli nei suoi confronti non erano stati adeguati e le sue richieste erano state accettate.

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