Cronache

Sospeso medico per presunti insulti in sala operatoria

Un primario avrebbe insultato un paziente sottoposto ad intervento chirurgico: uno dei presenti in sala ha segnalato l’accaduto

Sospeso medico per presunti insulti in sala operatoria

Un primario di un ospedale dell’Asst Sette Laghi nel varesotto avrebbe insultato un paziente a causa della sua sessualità.

La notizia è stata riferita dal TGR Lombardia: i fatti risalirebbero allo scorso 25 marzo allorchè, in piena pandemia da Covid-19, un medico, in sala operatoria, avrebbe rivolto insulti omofobi al malato che, sedato, era davanti a lui bisognoso di cure.

“Ma guardate se io devo operare questo frocio di merda (….) Non è giusto che in questo periodo di emergenza debba perdere tempo per operare questi froci” sarebbero state le parole del sanitario.

Far finta di niente non era possibile: così una persona presente all’intervento chirurgico ha deciso di intervenire e ha segnalato l’accaduto, tra gli altri, anche al tribunale per i diritti del malato. Lo conferma Daniele Bonsembiante, coordinatore dell’assemblea territoriale di Varese e provincia di Cittadinanzattiva. “Sappiamo che il primario è stato sospeso – afferma quest’ultimo – e, per quanto ci riguarda, in qualità di rappresentanti dei diritti dei cittadini, stiamo monitorando la situazione da un punto di vista civico”.

Interpellata, l’Asst Sette Laghi non ha rilasciato dichiarazioni.

L’Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Varese precisa che è in corso l’istruttoria per verificare le dinamiche dell’avvenimento e le eventuali responsabilità personali.

Sull’episodio è intervenuto anche Arcigay Varese. “Vogliamo ringraziare chi ha effettuato l’esposto e non è rimasto indifferente davanti all’ennesimo intollerabile atto di omofobia, – ha dichiarato il presidente Giovanni Boschini - al paziente coinvolto va tutta la nostra solidarietà”.

“Oltre alle sanzioni – ha aggiunto il numero uno di Arcigay Varese - sarebbe utile anche avviare un percorso formativo e per questo ci rendiamo disponibili a collaborare con l’azienda ospedaliera per percorsi di educazione alle diversità, affinché a nessun altro paziente possa capitare nuovamente una disavventura simile.

Nel frattempo, rimaniamo piacevolmente stupiti dal senso civico delle persone che hanno assistito all’episodio e non hanno esitato a effettuare l’esposto.”

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