Il Vaticano adesso sostiene una maratona di hacking

Il Vaticano ha promosso una maratona di hacking per fronteggiare alcune questioni: migrazioni, povertà e dialogo religioso nelle mani degli "smanettoni"

Il Vaticano adesso sostiene una maratona di hacking

Il Vaticano sta promuovendo un concorso tra hackers. La notizia, che di certo non è tra quelle che si leggono tutti i giorni, è stata riportata da Aleteia.org. La sfida tra gli esperti di sistemi informatici è sostenuta dalla Santa Sede al fine di risolvere "problemi specifici" mediante l'utilizzo della tecnologia. Il tutto è previsto per il prossimo 8 marzo, quando avrà inizio la competizione in questione. Il termine, invece, è previsto per l'11 di quel mese. Tra i temi trattati, ha sottolineato il sito citato, ci saranno: "inclusione sociale", "dialogo interreligioso", e la "crisi dei migranti e dei rifugiati". Per gestire i processi sociali derivanti dall'immigrazione, insomma, per lo sviluppo della dialettica interconfessionale e per affrontare il dramma della povertà, la Chiesa cattolica ha deciso di affidarsi anche a quelli che, forse in modo un po' dispregiativo e limitante, vengono spesso definiti "smanettoni".

La competizione è denominata VHacks. La mission della 36 ore sarà quella, si legge sul sito ufficiale dell'inziativa, di "utilizzare l'innovazione tecnologica per superare le barriere sociali e abbracciare valori comuni". "La nostra missione - aggiungono gli organizzatori- è triplice: Sfruttare la tecnologia per affrontare gli attuali problemi globali incentrati sui temi di hackathon. Promuovere la collaborazione tra i giovani leader in diversi ambiti accademici, etnici e religiosi. Incoraggiare le istituzioni basate sui valori ad abbracciare la tecnologia per favorire le loro missioni". La home page di Vhaks presenta anche una frase di Papa Francesco: "Sarebbe meraviglioso se la crescita dell'innovazione scientifica e tecnologica venisse accompagnata da più uguaglianza e inclusione sociale". Bergoglio e il Vaticano, insomma, si preparano ad "abbracciare" figurativamente i centoventi partecipanti previsti. Gli hackers "vaticani" provengono da cinquasette università e cinque continenti. L'evento ha il placet del Pontificio Consiglio della Cultura e della Sezione per i Migranti e i Rifugiati del dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale. La preparazione, ancora, è stata affidata ad alcuni studenti di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Google, Microsoft e Salesforce, tra gli altri, hanno patrocinato il concorso.

Hackhaton, infine,

è il nome tecnico dell'evento cui parteciparenno sviluppatori, grafici e programmatori. Una maratona di hacking che avrà il compito di elaborare prototipi in grado di fare fronte alle questioni sollevate dalla Santa Sede.

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