Cronache

Il giallo "dama di Becciu". Ora anche la massoneria si schiera nella disputa

Ora pure il Grande Oriente Democratico si schiera dalla parte di Cecilia Marogna, la "dama di Becciu" che avrebbe ricevuto mezzo milione di euro

Il giallo "dama di Becciu". Ora anche la massoneria si schiera nella disputa

"Cecilia? La conosco, è rigorosa, onesta, non avrebbe mai fatto affari loschi". Cecilia è Cecilia Marogna, colei che per le cronache giornalistiche è diventata la "dama" del cardinale Angelo Becciu, che nel frattempo ha perso i diritti derivanti dalla porpora per volere di papa Francesco, mentre il virgolettato appartiene a Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico. La Marogna - come abbiamo appreso in queste ore - può vantare conoscenze ad alti livelli. Tra queste, appunto, quelle in Segreteria di Stato, l'istituzione di cui Becciu è stato sostituto prima di essere nominato al vertice della prefettura della Congregazione per le Cause dei Santi, incarico che oggi non ricopre più.

Trattasi, come sottolineato da La Nazione, di una difesa in piena regola. Pure la massoneria scende dunque in campo per segnalare come la Marogna possa dirsi estranea a quelle che la stessa "dama" ha chiamato "falsità". Il fatto è che dalla segreteria di Stato sarebbe stato inoltrato mezzo milione d'euro ad una società riconducibile alla Marogna. Si è parlato persino di "shopping" di lusso in queste ore, ma la "dama"ha parlato a Il Corriere della Sera di acquisti finalizzati a risolvere questioni diplomatiche: "Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col presidente del Burkina Faso al fine di vigilare su rischi e pericoli per le Nunziature e le missioni vaticane...", ha dichiarato.

Cecilia Marogna è già stata accostata ad altri nomi di un certo peso. Per esempio a quello Flavio Carboni. Gioele Magaldi, come ripercorso dall'Adnkronos, rivive la parabola, senza omettere particolari:" É stata nel movimento Roosevelt sin dal primo momento, ha organizzato anche la presentazione del mio libro ‘Massoni‘ con Pino Cabras, parlamentare dei Cinque stelle, a Cagliari. Un’amica con ruolo di dirigenza nel movimento Roosevelt". Poi la specificazione sul com'è continuato il percorso: "Non conosco bene le contestazioni che le vengono fatte ma ho stima di lei e non la vedo imbarcarsi in spese improprie". E ancora: "Fui io a metterla in contatto con Mario Ferramonti , primo segretario della Lega e amico di Carboni ma tutte cose abbastanza alla luce del sole. Cecilia aveva curiosità di quel mondo".

L'esperta di relazioni internazionali, peraltro, secondo Magaldi non appartiene alla massoneria. Tutto questo avviene mentre tra le mura leonine si discute sul da farsi. C'è chi, in specie nel "fronte tradizionale", pensa che un processo sul "caso Becciu" sia l'unico mezzo tramite cui accertare la verità. Intanto Bergoglio ha creato una commissione deputata ad occuparsi di "materie riservate", con più di qualche accento sugli appalti. I membri della nuova organizzazione sono tutti fedelissimi di papa Francesco, mentre mancherà in questa circostanza il contributo del cardinale George Pell, che nel frattempo è tornato a Roma, dopo essere stato scagionato dalle accuse di pedofilia che erano state mosse in Australia.

Il "caso Becciu", comunque sia, continua a far parlare di sé. La sensazione è che in Vaticano si stia combattendo una "battaglia" per la trasparenza. Il Papa, in tempi non sospetti, si è detto contento di aver scoperchiato "la pentola" dall'interno delle mura vaticane. E l'obiettivo di questo pontificato è anche quello di far emergere più problematiche possibili. Ma la gestione dell'Obolo di San Pietro è una di queste? Forse la realtà diventerà comprensibile davvero soltanto attraverso una fase processuale.

Nel frattempo, il cardinale Becciu ha perso i suoi diritti da porporato.

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