Il vecchio vizio dell'ideologia

Il vecchio vizio dell'ideologia

È l'ideologia, bellezza! E la stampa ne paga le conseguenze. Due studi, indipendenti ma i cui risultati, incrociati, offrono un quadro interessante del mondo dell'informazione, dicono - il primo - che i giornalisti italiani sono quelli più schierati a sinistra in tutta Europa (fonte: Worlds of Journalism, della Columbia University Press) e - il secondo - che i cittadini hanno sempre meno fiducia nella stampa (fonte: Reuters Institute Digital News Report). Risultato: chi l'avrebbe mai detto...

Almeno per l'Italia, non è una grande scoperta. È dai tempi delle casematte intellettuali della sinistra e del pregiudizio diffuso che l'elettore di destra sia un non-lettore, che nel nostro Paese domina una sfiducia sempre crescente nei confronti del modello giornalistico vigente (uguale per la carta stampata e per la televisione), contrassegnato da un eccesso di commento rispetto alla cronaca, dalla quasi assenza di editori puri, da un'alta politicizzazione di tutte le testate e da una carta stampata storicamente appannaggio di un'élite.

Da noi poi l'intellettuale, e per estensione l'intero mondo della cultura, o è di sinistra o non è. E ormai siamo abituati a quei curiosi cortocircuiti politico-informativi per i quali - mentre la sinistra vale sempre meno nelle urne e il centrodestra ha la metà dei consensi del Paese - in prima serata Rai va in onda un'intervista del giornalista Fabio Fazio alla «resistente» Carola Rackete per denunciare il rischio di deriva fascista che ha corso il Paese sotto la destra. E intanto in piazza le Sardine protestano contro l'opposizione di destra a favore del governo di sinistra, supportate dai giornali di sinistra, tutti contro una parte, quella di destra, di un governo che non c'è più...

Il problema, poi, è che l'essere così schierati porta a non vedere (per via dell'accecamento ideologico) la realtà quotidiana, e non capire il successo di Trump, o la volontà dell'elettorato britannico, o l'affermazione di Marine Le Pen. Essere tutti degli Zapatero è una cosa bellissima, ma tendenzialmente porta a sbagliare qualsiasi previsione. E così i giornali perdono credibilità, quindi autorevolezza, quindi lettori, quindi copie vendute... E poi, se la stampa scivola così facilmente a sinistra, che ne è del lettore (che è anche elettore) moderato?

In un episodio della serie tv The New Pope, che andrà in onda a gennaio, c'è una battuta ferocissima, messa in bocca da Paolo Sorrentino e Umberto Contarello a Silvio Orlando, nelle vesti talari del cardinal Voiello.

A Papa Francesco II, che difende la sua scelta pauperista e terzomondista - alla Bergoglio - dicendo «La stampa di sinistra è con me», l'alto prelato risponde: «La stampa di sinistra non ne azzecca più una. Ormai ha perso appeal anche nelle case di riposo». Quando si dice che la fiction è più avanti della realtà.

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