Coronavirus

"Veloce e sfugge agli anticorpi": cosa succede con la subvariante

La sottovariante Omicron 2 sta sostituendo Omicron per la sua elevata capacità di diffusione, il 30% più elevata rispetto all'originale. Anche se può sfuggire agli anticorpi, non influisce sui ricoveri: ecco cosa si sa

"Veloce e sfugge agli anticorpi": cosa succede con la subvariante

Quasi certamente, dietro alla risalita dei casi Covid in Italia e in Europa c'è lo zampino della "sorella" della variante Omicron, la subvariante BA.2. Non si tratta di una nuova mutazione del virus ma di un ulteriore miglioramento di quella che circola e domina il mondo ormai dalla fine del 2021. Lì da dove era partita, in Sudafrica, si assiste già a una seconda ondata di Omicron 2 che si sta gradualmente propagando a gran parte del nostro Continente e negli Stati Uniti.

Cosa cambia con la subvariante

"Non siamo di fronte a una nuova variante, ma a una subvariante", afferma Fausto Baldanti, virologo dell’università di Pavia e del San Matteo. Rispetto a quella originale, alcune mutazioni potrebbero renderla "più efficiente nello sfuggire agli anticorpi", aggiunge il prof. Massimo Ciccozzi, docente di Statistica medica ed epidemiologia del Campus Biomedico di Roma. Non avendo caratteristiche così differenti dalla sorella, non provoca né forme gravi di malattia e neanche maggiori ospedalizzazioni. Quel che gli esperti vedono è la capacità di infettare del 30% più velocemente rispetto a Omicron. L'epidemiologo romano spiega sta circolando anche in Italia ma i dati non sono ancora certi. "Le stime che abbiamo vanno dal 10% al 30% di prevalenza a seconda delle aree rilevate" e che "con il sequenziamento avremo indicazioni più chiare", racconta all'AdnKronos. Una delle regioni più colpite è l'Umbria, con il 60% di prevalenza e un indire Rt sopra uno.

"Dati da confermare"

Omicron 2 "corre" un pò più di Omicron: un lavoro pubblicato sul Journal of Infection, dimostrebbe l'elevata contagiosità con cui infetta legata ad un'area specifica del genoma del virus comunque molto simile alla variante originale. Ciccozzi spiega come non ci sia alcun allarme particolare sull'efficacia vaccinale che continuano a rimanere fondamentali per evitare la malattia grave. "Inoltre, le persone infettate con Omicron 2 che ho visto, sembrano avere gli stessi sintomi di Omicron. E questo rassicura", sottolinea. Questi dati, comunque, sono al vaglio dei ricercatori che avranno maggiori risposte nelle prossime settimane. A questo punto, il rialzo della curva dei casi di Covid è legata a un mix di fattori: "la circolazione più diffusiva di Omicron 2, la minore protezione della terza dose dopo tre mesi, come abbiamo visto anche in Inghilterra" e l'allentamento di alcune misure, "come quella di aver tolto la mascherina all'aperto senza rimetterla, come prescritto, in caso di assembramento", sottolinea l'epidemiologo.

Come si scopre la variante

Ma come si fa a capire se un paziente ha contratto la variante Omicron o la subvariante BA.2? Esistono due strade: la prima è con il sequenziamento del proprio tampone ma "è un procedimento lungo e costoso", spiega a Repubblica Alessio Lorusso, dirigente dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo. La seconda strada, più economica, si può percorrere facendo una semplice Pcr, ossia un test molecolare. "Con Omicron 1 in alcuni apparecchi non viene rilevato, proprio perché la spike è variata, mentre veniva rilevato in precedenza con Delta", spiega l'esperto. Le mutazioni dei virus sono casuali: in questo caso, il gene S ricompare è ricomparso con Omicron 2. "Gli inglesi nei loro conteggi includono anche i dati delle Pcr, non solo quelli dei sequenziamenti veri e propri.

Anche per questo hanno dati più ampi dei nostri", conclude.

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