Venezia in ginocchio. E i turisti scattano i selfie

Fanno la fila per farsi fotografare davanti ai motoscafi rovesciati nelle calle. È c'è anche chi ha fatto il bango in piazza San Marco

Venezia in ginocchio. E i turisti scattano i selfie

Mentre i veneziani fanno i conti con la devastazione dell'acqua, iniziando a pesare i danni e cercando di salvare il salvabile, i turisti, entusiasti di assistere a uno spettacolo unico, scattano foto e selfie senza sosta.

In una delle calle di Venezia, dietro all'hotel Danieli giace il taxi 309, chiamato "Gianni". È un piccolo motoscafo, trascinato fin lì dalla furia dell'acqua che lo scorso martedì ha sommerso la Laguna, facendo piombare sott'acqua l'85% della città. Lì davanti, i turisti che si aggirano con galosce e stivali tra piazza San Marco e il ponte di Rialto, fanno la fila, per farsi fotografare davanti al motoscafo rovesciato. Alcuni, secondo quanto riporta Dagospia, che riprende un articolo del Corriere della Sera, fanno ancha la V di "vittoria" con le dita.

In piazza San Marco, poi, un turista russo avrebbe pure fatto il bagno, mettendosi a nuotare sotto gli occhi increduli dei cittadini, che passano e se ne vanno, una smorfia in volto. Nessuno ha voglia di spiegare ai turisti l'emergenza che sta vivendo Venezia in questi giorni, che già pensa alla prossima alta marea prevista per oggi alle 10.50, quando l'acqua dovrebbe toccare il picco dei 130 centimetri.

Numeri ben più piccoli rispetto ai 187 centimentri dello scorso martedì, quando sulla Laguna si è abbattuta con violenza la forza della natura. Ma è quanto basta per rallentare la ripresa della città, che sta cercando di rialzarsi, dopo che l'acqua alta da record ha danneggiato la sua storia: danni alle vetrerie di Murano, all'università Ca' Foscari, alla basilica di San Marco e alla Ca' d'Oro; chiuso il Florian, il più antico caffè d'Europa e allagati alberghi di lusso, musei e negozi.

Si tratta, a detta del sindaco Luigi Brugnaro, fi "centinaia di milioni di danni". E l'emergenza continua.

Ma tutto questo, i turisti non lo vedono. E non smettono di fare foto e selfie, sullo sfondo di una Venezia insolita e ferita.

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