Coronavirus

"Lei è il Davigo dei virologi". Così Vespa asfalta Galli

"Non si otterrà la mitica immunità di gregge", preannuncia l'infettivologo parlando della riapertura delle scuole a settembre

"Lei è il Davigo dei virologi". Così Vespa asfalta Galli

Dopo un breve periodo di annunciato silenzio, Massimo Galli torna a parlare in tv: ospite di #cartabianca, l'infettivologo del Sacco di Milano si è scontrato con Bruno Vespa. Caustico il commento del segretario della Lega Matteo Salvini, che ironizza sul pessimismo del professore del Sacco.

Il commento sui numeri

Solo due settimane lontano dal piccolo schermo, ma, rivela il medico davanti alle telecamere del programma di RaiTre, "La televisione non mi è mancata proprio". Ma come valuta Galli i dati positivi registrati in questi ultimi giorni?"Con un grosso sospiro di sollievo", replica l'infettivologo a Bianca Berlinguer, che rilancia, domandando se non si sia fatto un eccessivo allarmismo. "Un conto sono le scelte dei politici, un conto le valutazioni di chi valuta i dati scientifici con tutta l’alea che comportano, ma senza stare a rinvangare il trend è positivo quindi tiro un sospiro di sollievo. All’inizio delle riaperture ci sono stati limiti e problemi, ma la campagna vaccinale è andata avanti. Probabilmente molte persone si infettano in modo asintomatico e questo è un problema", chiosa Galli.

Qual'è il giudizio sull'operato del governo? "Sta facendo benino", replica l'infettivologo del Sacco. "Ma il nemico è il virus, non è che uno è contento se le cose vanno male, io mi auguro che questo trend sia mantenuto in senso favorevole". "Le Foche dice che nel 2022 l’epidemia sarà dimenticata", dichiara la conduttrice rivolgendosi al proprio ospite, che si dice poco convinto invece che le cose possano migliorare."Con tutto il rispetto mi sembra un’ipotesi campata per aria", controbatte Galli. "Anche l’immunità di gregge mi lascia un filo perplesso. È difficile parlarne, noi stiamo vaccinando per tenere fuori le persone dall’ospedale, dalla rianimazione e dal cimitero però non dimentichiamo che stiamo usando un vaccino costruito sul virus di un anno e mezzo fa a Wuhan, ci sono state tante varianti tanto che si è visto che chi ha contratto ora l’infezione ha anticorpi superiori perfino a quelli di chi ha fatto il vaccino". Vaccino che, secondo l'infettivologo non può garantire una copertura oltre i 6 mesi dall'inoculazione.

Lo scontro con Vespa

Il "pessimismo cosmico" di Galli ed i quadri drammatici da lui dipinti, pur coi dati positivi delle ultime settimane, spingono Bruno Vespa ad affondare qualche colpo. Il giornalista lo definisce "il Davigo dei virologi. Lui dice che non ci sono persone sane, ma infettati che la fanno franca. Faccia un sorriso liberatorio, non siamo morti dopo le riaperture". Punto sul vivo, l'infettivologo replica in modo piccato: "Sono rilassatissimo e non faccio il Davigo, di cui ho stima, ma abbia pazienza: ho sottolineato che c’è andata bene però in alcuni settori non mi posso accontentare di vaccinare, devo sapere se ha funzionato o no altrimenti infetto gli altri e su chi non ha anticorpi devo organizzare strategie. Facciamo i medici, non i notai".

Anche Vespa ora si fa più serio:"Deve valutare quello che dice perché se lancia il messaggio che uno è contagioso nonostante il vaccino non va bene". Il botta e risposta in studio va avanti: "Non ho detto che è contagioso, ma che è contagiabile e non muore, la differenza non è da poco. Una percentuale bassa si può ancora contagiare nonostante il vaccino".

Il giornalista insiste e non usa giri di parole, ricordando al medico il tono dei suoi vaticini suo contagi: "Lei ha sbagliato prevedendo la catastrofe?"."Io non ho previsto la catastrofe!", sbotta Galli. "Ho detto che c’erano margini di rischi con le riaperture del 26 aprile, in Gran Bretagna hanno riaperto con cautela e 30 milioni di dosi in più, quindi fate voi! Il mio era ed è un discorso di cautela. Il 26 fu dato un messaggio di liberi tutti ed era abbastanza rischioso darlo: non c’era una sola proiezione che ci desse la garanzia che sarebbe andata così. Qualcuno doveva pur avvertire". Anche ora che la situazione è migliorata, tuttavia, l'esperto non cambia atteggiamento: "Io faccio il medico e devo sottolineare la necessità del vaccino sia a livello individuale sia per partecipazione sociale e ritengo che le persone dovrebbero aver garantita la possibilità di sapere se hanno sviluppato anticorpi o no. Inoltre tra X mesi si dovrà decidere se si rivaccina o no".

Dopo un flebile ottimismo, con la speranza di abbandonare finalmente le mascherine a luglio, tornano ad addensarsi le nubi sul cielo di Galli, quando il pensiero va alla fine dell'estate e ad alla riapertura delle scuole: "Ci dobbiamo preparare, perché non si otterrà la mitica immunità di gregge. Il vaccino non è la coperta che copre dai piedi fino alla testa e non è la coperta di Linus. Vanno valutate le situazioni in cui non sviluppa gli anticorpi e gli over 60 che sono sfuggiti", aggiunge in conclusione Gl'infettivologo del Sacco. "Vi faccio notare che grazie alla mascherina è scomparsa l’influenza. Biologicamente è stata una vera e propria bomba: l’influenza fa 8000 vittime all’anno e li abbiamo evitati".

Il commento di Salvini

Dopo aver assistito alle parole del medico in tv, il leader del Carroccio ha così commentato: "Ho sentito la ventata di ottimismo del professor Galli, mi ricorda Non ci resta che piangere… ‘ricordati che devi morire’…", dichiara l'ex vice-premier, difendendo la scelta di riaprire il Paese. "Se avessimo ascoltato il professor Galli non avremmo riaperto niente alla fine di aprile: bar, ristoranti all’aperto, niente… Sarebbero saltati milioni di posti di lavoro.

Per fortuna abbiamo permesso a tanta gente di tornare a lavorare, altrimenti sarebbe stato un disastro”, conclude Salvini.

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