Cronache

Il vescovo che plaude a Orban e a Salvini: "Aiutiamoli a casa loro"

L'arcivescovo Bottari de Castello ha dichiarato che un intervento mirato, in materia d'accoglienza, sarebbe quello di aiutarli a casa loro. Le battaglie di Orban, almeno in buona parte, sarebbero condivisibili

Il vescovo che plaude a Orban e a Salvini: "Aiutiamoli a casa loro"

L'arcivescovo Alberto Bottari de Castello si schiera dalla parte di chi vorrebbe vedere qualcosa di diverso rispetto alla promozione di un'accoglienza indiscriminata dei migranti.

Il dibattito è cresciuto di tono subito dopo la pubblicazione della copertina dell'ultimo numero di Famiglia Cristiana. Se tanti ecclesiastici sono sembrati favorevoli all'associazione pubblicata in bella vista dal settimanale cattolico, qualcuno ha invece rilasciato dichiarazioni critiche. Tese, magari, a sostenere l'operato dell'inquilino del Viminale. Com'è successo nel caso del vescovo di Chioggia. Bottari, del resto, ha anche un trascorso in Ungheria come nunzio apostolico. "Le sue idee sono in gran parte condivisibili, alcune poco. Ma va capito", ha dichiarato riferendosi a Viktor Orban, che tra i leader europei è forse quello che si è dimostrato più deciso in relazione all'introduzione di politiche restrittive sull'immigrazione.

Come riportato dal Corriere del Veneto, l'arcivescovo si è anche soffermato sugli appelli fatti dai presuli africani, quelli mirati a far sì che i giovani restino all'interno del continente di provenienza. L'episcopato africano, questo è un fatto abbastanza noto, ha più volte ribadito la necessità di "chiudere i rubinetti". In principio era stato il cardinale Turkson a usare quest'espressione. Poi sono stati tanti gli uomini di Chiesa che si sono appellati all'occidente affinché venga posto un freno alla "tratta di schiavi". "I vescovi dell’Africa - ha scandito monsignor Bottari - ci chiedono di aiutare questi giovani a non scappare. È importante farli studiare e lavorare". Il futuro dell'Africa, per qualcuno, deve rimanere nelle mani degli africani. Poi il virgolettato sui migranti destinato, con ogni probabilità, a far discutere: "Aiutiamoli piuttosto a casa loro".

La presa di posizione dell'arcivescovo è particolarmente piaciuta a Silvia Rizzotto, capogruppo della Lega in Regione Veneto, che ha parlato di "un discorso chiaro e senza fronzoli", che è stato "pronunciato da un pastore che porta l’odore delle pecore, come esorta quotidianamente Papa Francesco, e che quindi tocca con mano ogni giorno i problemi, le attese e le speranze delle comunità di credenti affidate alle loro cure".

Un altro presule, insomma, ha evidenziato la necessità di mettere in pratica interventi che tutelino e garantiscano il "diritto a non emigrare", così come lo ha chiamato, in una sua storica riflessione, l'allora papa Benedetto XVI.

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