Coronavirus

"8 giorni per morire col virus" Il lungo calvario delle vittime

In base ai dati diffusi dall'istituto, tra le vittime 89 di queste presentavano una patologia, mentre 91 pazienti, ne avevano due. Sono, invece, 172 quelli che presentavano tre o più patologie. Ma l'inivito è comunque quello di non abbassare la guardia

"8 giorni per morire col virus" Il lungo calvario delle vittime

Sarebbero "soltanto" tre i decessi causati dal coronavirus, accertati finora, su persone non affette da altre patologie. A riportarlo è stato un report, aggiornato a ieri, dell'Istituto superiore di sanità, che segnala la verifica su un certo numero di casi presi in esame. In base agli accertamenti, tutti gli altri pazienti morti a causa del Covid-19, avevano altre patologie gravi, che avrebbero contribuito a causarne la morte.

I numeri nel dettaglio

In base a quanto riportato dall'istituto, quasi il 50% delle persone decedute aveva tre malattie pregresse e la media, tra i 343 morti per cause secondarie, è di 2,7% patologie a persona. I tre pazienti deceduti non presentavano invece alcuna malattia pregressa, il che significa che la loro morte è stata causata dal coronavirus. Tra le vittime, in generale, 89 di queste presentavano una patologia, mentre 91 pazienti, ne avevano due. Sono, invece, 172 quelli che presentavano tre o più patologie.

I pazienti deceduti

Attualmente, l'età media delle vittime del coronavirus, in Italia, è di 79,5 anni, più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l'infezione. Nelle persone decedute positive alla malattia, la terapia antibiotica è stata quella più utilizzata (nell'83% dei casi), meno usata invece quella antivirale (con il 52% dei casi) e ancora più raramente quella steroidea (con il 27% dei casi). A riportare questi numeri è un report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi, pubblicato sul sito Epicentro e aggiornato a ieri.

Le terapie

"Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di Covid-19. In 25 casi (il 14,9%) sono state utilizzate tutte e tre le terapie", si legge nel documento. Per quanto riguarda le caratteristiche delle persone decedute per questo virus, complessivamente, nello specifico, tre pazienti non avevano patologie (lo 0,8% del campione), 89 presentavano una malattia, 91 due malattie e 172 ne presentavano tre o più di tre.

I tempi e il decesso

Il documento mostra anche i giorni, in media, che trascorrono dall'insorgenza dei sintomi al decesso (8 giorni), dall'insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (4 giorni) e dal ricovero nelle strutture ospedaliere fino al decesso (4 giorni). In base a quanto riportano i dati, il tempo intercorso dal ricovero in ospedale alla morte era di un giorno più lungo in coloro che venivano trasferiti in rianimazione, rispetto a quelli che non venivano mandati in quel reparto. La degenza in un reparto di ricovero è riportata per 3.281 casi (13,1% dei casi totali): di questi 397 (12%) risultano ricoverati in terapia intensiva.

Tutte le complicanze

La complicanza più comune osservata tra i pazienti è stata l'insufficienza respiratoria. L'Istituto superiore di sanità ha, infatti, riscontrato la patologia nel 97,2 dei casi. La seconda causa è il danno renale acuto, nel 27,8% dei casi, seguito poi da danno del miocardio acuto (con il 10,8%) e della sovrainfezione, con il 10,2%. Secondo quanto riportano i dati del'istituto, anche l'età dei pazienti deceduti segnala dati importanti.

L'età e le caratteristiche

Al 17 marzo, sono 17 i pazienti deceduti e positivi al coronavirus di età inferiore ai 50 anni. Nello specifico, poi, cinque di questi avevano meno di 40 anni (solo tre le vittime per le quali non sussistevano altre patologie). In base a quanto riferiscono i numeri e i dati a disposizioni, si tratterebbe di soggetti di sesso maschile e di età compresa fra i 31 e i 39 anni, con gravi patologie preesistenti. Tra queste ci sarebbero malattie cardiovascolari, renali, psichiatriche, ma anche diabete e obesità.

Non abbassare la guardia

E, nella settimana decisiva utile a comprendere se le misure di contenimento hanno funzionato, anche se il dato potrebbe fornito dall'istituto potrebbe contribuire a dare nuova lettura dell'aggressività di questo virus, l'esecutivo giallo-rosso rinnova comunque l'appello alla prudenza e al senso di responsabilità.

Non è ancora stata chiarita la data esatta in cui ci si attende il picco dei contagi, ma è molto probabile che le misure restrittive vadano avanti anche dopo la data di "scadenza" del prossimo 3 aprile.

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