Cronache

Walter Ricciardi: "Per ridurre la curva del contagio serve un mese e mezzo"

Walter Ricciardi ha spiegato il sistema delle zone rosse e quale potrebbe essere l'evoluzione della curva epidemiologica con le misure del Dpcm

Walter Ricciardi: "Per ridurre la curva del contagio serve un mese e mezzo"

La situazione epidemiologica italiana cambierà nei prossimi 15 giorni? Molti ci sperano, soprattutto i presidenti delle regioni rosse, chiuse in un semi lockdown. A frenare le loro speranze e ambizioni, però, ci pensa Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, che in un'intervista all'Huffington Post ha spiegato quale sarà, secondo lui, l'evoluzione del Paese nelle prossime settimane anche in ragione dell'ultimo Dpcm, il 4 in poco più di 20 giorni.

"Combattere una pandemia significa agire con rapidità nel modo e nei tempi giusti. Non dobbiamo inseguire ma anticipare il virus, principio ispiratore del piano in cinque punti reso pubblico dal ministro il 6 aprile, purtroppo realizzato quasi dappertutto in maniera deficitaria e in alcune regioni per niente. Se avessimo agito il 7 ottobre, avremmo gestito meglio l’epidemia", ha detto il medico. Alla data a cui fa riferimento, Ricciardi prospettava il raggiungimento dei 16 mila nuovi casi giornalieri in due mesi ma, a meno di un mese dalla sua predizione, oggi se ne sono contati più del doppio. La situazione del Paese, quindi, dal suo punto è precipitata e ora l'Italia sta subendo le ferite: "Per non farci scuoiare dobbiamo rispettare le misure forti assunte, pensate per mitigare ossia per ridurre il danno". Alla domanda diretta del giornalista se secondo lui il Paese aveva perso tempo nell'adottare le misure, la risposta di Ricciardi è stata nettA: "".

Ora l'Italia è divisa in tre zone "mobili", da cui le regioni possono entrare o uscire in base all'evoluzione della situazione del contagio. Un Dpcm entrato in vigore oggi, 6 novembre, che per il consulente è quello di cui ha bisogno ora il Paese. "Ci vorranno pazienza e perseveranza. Quanto ai tempi necessari per vedere gli effetti delle misure, l’esperienza fatta in Cina ci dice che dovrà passare almeno un mese, ma probabilmente ci vorrà un po’ di più. Due settimane sono insufficienti per arrestare la curva e sicuramente lo sono per invertirla", ha avvertito Walter Ricciardi, mettendo in guardia sulla possibilità di prolungamento dei tempi di confinamento. La speranza di Piemonte, Lombardia, Val d'Aosta e Calabria di vedere un miglioramento tra 15 giorni per poter passare da zona rossa a zona arancione, per Ricciardi, è remota: "È probabile che tra quindici giorni il trend non si sarà invertito. Per vedere i risultati di questo provvedimento dobbiamo aggiornarci tra due, tre settimane e non farci condizionare dai dati giornalieri. Vedremo prima un rallentamento poi un appiattimento e quindi una diminuzione, ma non prima di un mese, un mese e mezzo". Le tempistiche indicate dal consulente sono quelle evidenziate da un recente studio dell'Università di Edimburgo.

Se da una parte, però, Walter Ricciardi smorza gli "entusiasmi" delle regioni rosse, dall'altra si dice fiducioso che con le nuove disposizioni del Dpcm del 4 novembre si possa scongiurare il lockdown nazionale tramite misure proporzionate su scala locale, quindi il sistema delle tre aree: "L’avevo suggerito a marzo. Ma poi allora i dati sono diventati sempre più travolgenti e si è dovuto chiudere tutto". Il medico conferma la sua idea sulla necessità di lockdown a Milano, che infatti e zona rossa, e su Napoli, che invece è zona gialla come Roma che, però, nelle ultime settimane ha migliorato la sua situazione. La distribuzione delle aree ha destato non pochi malumori tra i presidenti di regione, ma per walter Ricciardi il rischio da scongiurare è quello di politicizzare l'epidemia: "Il Paese dovrebbe unirsi in uno sforzo comune contro il virus. I dati sono in peggioramento, non assumere provvedimenti significa compromettere la salute dei cittadini. La leale collaborazione tra Stato e Regioni è sancita dalla Costituzione". Tuttavia, sui dubbi sollevati per la veridicità dei dati comunicati dalle Regioni, Walter Ricciardi è categorico: "Non voglio neanche pensare che alcune Regioni possano alterare i numeri che comunicano, per evitare di finire in una zona a rischio più alto. Farlo significherebbe attentare alla sicurezza dei propri cittadini. Credo che qualche ritardo sia dovuto al deficit di personale".

I dati italiani sono in peggiormaneto in tutte le regioni e per Walter Ricciardi queste misure dovevano essere prese prima, anche perché, proprio dalle sue parole, si evince che "la situazione negli ospedali è tragica". Terapie intensive e ospedali iniziano a destare qualche preoccupazione per possibili rapide saturazioni: "Più che i reparti di terapia intensiva, in questa fase mi preoccupa la saturazione dei posti letto, tutti gli ospedali si stanno riempiendo di casi Covid e non c’è spazio per gli altri pazienti. I reparti di terapia intensiva si satureranno, ma più tardi degli ospedali".

Una situazione a cui "se non rispetteremo le misure del Dpcm arriveremo nel giro di due settimane".

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