Cronista gay aggredito, perquisizioni e interrogatori sul litorale

Perquisizioni e interrogatori sul litorale per identificare gli aggressori del cronista musicale di «Rumore». Una vicenda oscura, passata dalla squadra giudiziaria di Ostia alla Digos e sulla quale gli inquirenti dicono poco o nulla. «Si tratta sicuramente di un gruppo di delinquenti comuni», spiegano al XIII commissariato, da ieri nell’occhio del ciclone per l’ennesimo caso, presunto, di omofobia. Vittima un giovane collaboratore della rivista «rockettara» diretta da Claudio Sorge, storico conduttore di Radio Rock, colpevole solo di vestire in modo eccentrico. Andrea, chiamiamolo così, ieri pomeriggio è stato di nuovo interrogato dagli agenti di polizia nella sua abitazione sul lido di levante. Il 30enne ha riportato la frattura del setto nasale e di una costola, nonché escoriazioni sul volto e sul torace per le percosse subite dai tre sconosciuti a pochi passi dallo stesso commissariato.
«Tornavo da Roma, ero stato a un concerto di una band inglese per scrivere un articolo - racconta al piantone la notte fra venerdì e sabato -. Sceso dal bus notturno, all’altezza della stazione Lido Nord, sono passato davanti ad alcuni ragazzi. Mi hanno fatto il saluto romano. Era buio». I tre lo adocchiano, lo sbeffeggiano per quella giacca da «checca» che indossa sui jeans a tubo. «Frocio di m...», urlano. Lui tira dritto sperando che la cosa finisca lì. Imbocca viale dei Promontori, Andrea, supera la parrocchia Stella Maris e lo stradone buio che porta alla questura locale. Improvvisamente i tre gli si parano davanti. Lo circondano, gli gridano che è una sporca checca. Poi lo riempiono di calci e pugni. Andrea crolla a terra mentre i balordi se la danno a gambe levate. Il resto finisce in una denuncia contro ignoti. Carta straccia se la notizia non fosse uscita per altre vie. Un fatto grave, condannato da tutte le forze politiche, a cominciare dal sindaco Alemanno che da Auschwitz commenta: «È stata un’aggressione molto violenta. Una vicenda preoccupante, basata su fatti allucinanti come quello di identificare un modo di vestire con un comportamento. Purtroppo nelle nostre periferie esistono gruppetti di ragazzi emarginati, che pensano di affermare se stessi in questa maniera». Solidarietà anche dall’assessore alle Politiche Sociali del Campidoglio Sveva Belviso: «L’aggressione avvenuta la scorsa notte ad Ostia è un grave atto di intolleranza ed inciviltà per la quale ci deve essere una condanna unanime. È assurdo che un giovane ragazzo possa rischiare la vita per colpa di un gruppo di delinquenti che fa della sopraffazione e della violenza».

«È orrendo, un assurdo episodio di intolleranza - dice Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay -. È bastato l'abbigliamento della vittima per far pensare che fosse gay e scatenarli. Occorrono risposte forti e immediate perché la nostra città non ne può davvero più».

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