Roma - Il Csm contro Berlusconi. E' arrivata oggi la risposta dei magistrati alla lettera del premier al presidente del Senato Schifani. "I provvedimenti della magistratura possono essere criticati, ma non si può trascendere nella denigrazione". Lo ribadisce la prima commissione del Csm nella proposta di risoluzione a tutela dei magistrati del processo Mills-Berlusconi, accusati dal premier di agire per finalità politiche. Il documento è stato approvato con cinque voti a favore e il solo voto contrario del laico di An Gianfranco Anedda. Il testo del documento, in difesa dei magistrati della procura di Milano attaccati dalla lettera indirizzata dal premier al presidente del Senato il 16 giugno, è stato secretato e dovrà ora essere inserimento all’ordine del giorno dell’assemblea plenaria, in una data ancora da definire.
Risposta L’accusa di agire per finalità politiche era stata rivolta da Berlusconi al pm Fabio De Pasquale e ai componenti del collegio giudicante, presieduto da Nicoletta Gandus, nella lettera inviata il 16 giugno al presidente del Senato. Quelle parole, secondo la commissione, costituiscono una lesione al "prestigio" della magistratura.E invece tra politica e autorità giudiziaria occorre "reciproco rispetto" ribadiscono i consiglieri richiamandosi a proprie precedenti risoluzioni sull’argomento. Una presa di posizione che giunge proprio nel giorno in cui i giudici di Milano si sono riservati la decisione sulla istanza di ricusazione nei confronti di Nicoletta Gandus, avanzata dai legali del premier. Una parte del documento, che è stato secretato, ribadisce inoltre che il Csm può intervenire a tutela dei magistrati, quando, come in questo caso, viene leso il loro prestigio. Non si sa ancora quando il testo approderà all’esame del plenum di Palazzo dei Marescialli: probabilmente sarà la prossima settimana, anche se la data non è stata ancora fissata: "Il testo del documento, che rimane secretato, sarà disponibile - informa una nota del Csm - all’atto dell’inserimento all’ordine del giorno dell’Assemblea plenaria, in data da definire".
Anedda polemico Un’interferenza illegittima nell’attività della Corte d’appello di Milano che deve decidere se accogliere o meno l’istanza di ricusazione del giudice Nicoletta Gandus avanzata dai legali di Silvio Berlusconi nel processo Mills, un intervento al di fuori dei limiti segnati dalla Costituzione. Il laico di An Gianfranco Anedda spara a zero contro la proposta di risoluzione a tutela dei magistrati del processo Mills, approvata dalla prima commissione del Csm. L’unico componente a votare contro aveva chiesto di fermarsi nel timore che un intervento in questo momento potesse apparire un condizionamento per i magistrati che devono decidere su Nicoletta Gandus. "Avevo chiesto alla commissione di soprassedere a una decisione assolutamente inopportuna: per il momento in cui cade questa presa di posizione - spiega Anedda - può apparire come un’illegittima interferenza nella decisione della Corte d’appello di Milano". Il dissenso del consigliere non si ferma qui: "Il Csm non è competente a tutelare i magistrati; si avvale di una vecchia prassi; ma questa competenza non c’è nè nella legge istitutiva del Consiglio, nè nella Costituzione".
E non è tutto: al di là dei poteri del Consiglio, resta il fatto che le parole usate da Berlusconi nella lettera inviata venti giorni fa al presidente del Senato Schifani sono "una reazione motivata a quel che il presidente del collegio in anni recenti ha detto nei suoi confronti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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