Csm Inchieste flop e spese folli: il «metodo Woodcock» alla sbarra

Il Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura ha dato ieri il via libera all’apertura della pratica contro il «metodo Woodcock». Un mese fa il laico della Lega Matteo Brigandì aveva chiesto appunto che si esaminasse l’opportunità di tutelare l’immagine della magistratura dai danni provocati dall’avvio di inchieste giudiziarie di forte impatto mediatico che poi, però,«si risolvono nel nulla», Quelle, insomma, che hanno reso famoso il pm di Potenza, ora trasferito a Napoli, Henry John Woodcock (nella foto). Il magistrato in questi anni è balzato agli onori della cronaca per indagini clamorose quanto infruttuose su Vallettopoli e Vittorio Emanuele di Savoia ed ora è impegnato nell’indagine sui presunti dossier contro la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia da parte del Giornale. Ora la parola passa alla Prima Commissione di palazzo de’ Marescialli, che dovrà decidere nel merito se aprire o no la pratica. «Sarà interessante vedere - commenta Brigandì - se la Commissione userà lo stesso metro della pratica a tutela del pm del processo Mills, Fabio De Pasquale, per le accuse del presidente il Consiglio, aperta il 18 ottobre scorso. O se, invece, ci saranno due pesi e due misure».

Attorno a questo primo passaggio della richiesta di Brigandì c’è un piccolo giallo, visto che la settimana scorsa sembrava che il Comitato di presidenza, guidato da Michele Vietti, volesse rispondere negativamente. Ma le cose sono andate, per ora, diversamente.

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