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Csm: "Il premier denigra, democrazia a rischio"

La prima commissione approva una lettera che domani sarà sottoposta al plenum: "Non può essere consentito che venga genericamente e indiscriminatamente gettato discredito sull’intera magistratura, mettendo a rischio l’equilibrio stesso tra poteri e ordini dello Stato". Capezzone: "Csm si crede terza camera"

Csm: "Il premier denigra, democrazia a rischio"

Roma - E' di nuovo scontro, durissimo, tra una parte della magistratura e il presidente del Consiglio. "Episodi di denigrazione e di condizionamento della magistratura e di singoli magistrati" sono "del tutto inaccettabili" perché cosi si mette "a rischio l’equilibrio stesso tra poteri e ordini dello Stato sul quale è fondato l’ordinamento democratico di questo Paese". È quanto scrive la prima Commissione del Csm nella pratica a tutela di diversi magistrati accusati da Silvio Berlusconi di agire per finalità politiche.

Domani il plenum Il documento, approvato all’unanimità e che sarà discusso domani pomeriggio dal plenum, contiene anche un "un pressante appello a tutte le istituzioni perché sia ristabilito un clima di rispetto dei singoli magistrati e dell’intera magistratura, che è condizione imprescindibile di un’ordinata vita democratica".

Discredito Secondo Palazzo dei Marescialli "l’interpretazione in chiave politica delle condotte di magistrati, nell’esercizio delle loro funzioni, come manifestazione di una persistente e dolosa volontà persecutoria costituisce elemento di discredito della funzione giurisdizionale nel suo complesso e di ogni singolo magistrato, soprattutto quando, come nel caso di specie, si asserisce in termini di assolutezza l’esistenza di una cospirazione posta in essere dalla magistratura nella sua maggioranza o da una parte di essa".

Gli sfoghi del premier La pratica era stata aperta nel settembre scorso, dopo le accuse che Berlusconi aveva rivolto ai pm antimafia di Milano e Palermo, parlando delle loro inchieste definendole "follia pura" ed "inutili sprechi finanziari". In seguito, durante una puntata di Ballarò, il premier aveva affermato che "l’anomalia italiana sono i pm comunisti e i giudici comunisti di Milano". E ancora: a Bonn, lo scorso dicembre, Berlusconi aveva parlato di "una partito dei giudici" chiamando in causa anche la Corte Costituzionale.

Capezzone: Csm si crede terza Camera? "I membri del Csm non devono sorprendersi se tutte le rilevazioni attestano livelli elevatissimi di sfiducia da parte dei cittadini nella magistratura. Prese di posizione come quella di oggi confermano l’opinione di tanti italiani sul carattere sempre più politicizzato di settori della magistratura", afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "C’è da chiedersi - aggiunge - se il Csm non si ritenga, ormai, una sorta di terza Camera titolata a muoversi come soggetto politico. Tutto ciò è assurdo, e sarebbe impensabile nel resto dei Paesi occidentali".

Giovanardi: da che pulpito viene la predica "Da che pulpito viene la predica. Il vicepresidente Bergamo, mentre era già membro del Csm si è presentato candidato nel 2008 al Senato per l’Udc, nel 2009 è stato il dominus dell’Udc che ha stipulato gli accordi per gli assessorati nella provincia di Venezia, attualmente è fervido e pubblico sostenitore con l’Udc della candidatura di Orsoni a sindaco di Venezia".

Lo dichiara il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, aggiungendo: "Mi chiedo quale credibilità possa avere un Csm nel quale i suoi componenti, entrano ed escono come in una porta girevole dividendosi fra finta imparzialità e militanza partitica".

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