Il ct: «Nessuno è bocciato Solo ingenuità»

nostro inviato a Livorno
La prima di Donadoni ct, ma anche la prima di Livorno e gli azzurri. E alla fine il nuovo selezionatore dell’Italia la prende bene, nonostante il debutto negativo: «Non posso rimproverare niente ai ragazzi, hanno fatto tutto il possibile, tutto quello che avevano nelle gambe. Ho iniziato come Lippi con uno 0-2? Perdere non fa piacere a nessuno, tanto meno al sottoscritto. E non sento il peso di Lippi. Abbiamo subito due gol ingenui, ma i croati erano più avanti nella preparazione. Comunque la prestazione mi è piaciuta. Nessuno è da bocciare, se potessimo fare due o tre gare con la stessa squadra, andremmo meglio. Ci sono state solo ingenuità dettate dalla condizione approssimativa. Quanti saranno confermati? È troppo presto per dirlo». Fra due settimane arriveranno già le partite che contano. «Avremo 15 giorni per preparare le prossime due gare - dice ancora il ct -. Recupererò i giocatori mondiali, ma purtroppo avranno anche loro poca autonomia. Se li avessi chiamati stasera, considerando la loro condizione avrebbero fatto una brutta figura. Certo, un po’ di preoccupazione per Napoli c’è, ma pensiamo positivo. Saranno i primi attori a disposizione a dirmi che modulo si può fare». Quello a tre punte lo ha comunque soddisfatto. «Non è stato un azzardo, i gol li abbiamo presi per disattenzioni difensive e non certo per il tridente. Rocchi ha fatto un gran lavoro a sinistra e ha avuto diverse occasioni». Il debutto, forse, non l’aspettava così dal punto di vista del risultato. Ma le sensazioni sono state bellissime. «Non è una panchina come le altre, avevo la pelle d’oca mentre ascoltavo l’inno». Sui fischi e i cori di Livorno minimizza: «Ho sentito anche applausi e incitamenti e i tifosi erano numerosi, significa che ci tenevano alla partita».
Nella curva nord si è però assistito al solito spettacolo di tipo politico. Che diventa contestazione, annunciata già una settimana fa dalla frangia più agguerrita degli ultras amaranto. Accorrono in 20mila all’Armando Picchi, con una piccola rappresentanza di croati. Lo stadio sventola i tricolori, accenna qualche «po-po-po» di tedesca memoria ma è tiepidino. A fare notizia è la curva nord, che manifesta dissenso. La protesta diventa subito ideologica. Fischi durante l’inno di Mameli, condannati dagli altri spettatori; striscioni del tipo «il nostro tricolore è con la stella rossa» e «avanti Fidel»; infine i consueti «bandiera rossa» e «bella ciao», ma anche un canto che inneggia alle foibe. E nel settore croato i pochi tifosi si dispongono lungo le gradinate semivuote a formare una svastica «umana», ma i celerini costringono gli ultras ospiti a sedersi in ordine sparso. Il dissenso contro gli azzurri è in uno striscione in curva nord: «Prima tutti corrotti... poi tutti campioni... esultano i fratelli d’Italia mentre si riciclano i papponi».
A Viareggio c’è il ct campione del mondo, Marcello Lippi. La partita la segue in tv insieme alla moglie Simonetta, ma mentre ritira l’oscar Versiliana 2006, elogia Donadoni (applauditissimo al Picchi e premiato dal dg del Livorno Cipollini). «È un’ottima persona e un tecnico di esperienza internazionale maturata da calciatore.

È un uomo saggio e ha a disposizione un gruppo di giocatori speciale sia sotto l’aspetto tecnico che quello morale. Sono sicuro che farà bene». E a proposito del suo futuro, Lippi conferma che resterà fermo per tre o quattro mesi. «Di sicuro allenerò ancora almeno due o tre anni, non so se in Italia o all’estero».

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