L'uomo delle medaglie spera di poter vincere oggi la prima da ct. Paolo Bettini, l'uomo delloro olimpico di Atene, il due volte campione del mondo, il cacciatore di classiche è ancora a secco. È solo alla sua seconda esperienza mondiale sull'ammiraglia azzurra, ma il ct livornese già scalpita.
Sul circuito di Copenaghen (14 km da ripetere 19 volte, per 266 km totali) oggi gli azzurri vanno alla ricerca di un titolo mondiale che manca in casa Italia dal 2008, con il trionfo a Varese di Alessandro Ballan. Ci si prova con Daniele Bennati, che sarà supportato da Francesco Gavazzi, Sacha Modolo, Daniel Oss, Luca Paolini, Manuel Quinziato, Matteo Tosato, Giovanni Visconti ed Elia Viviani.
«Io ci credo - dice il tecnico livornese -. Certo è dura, non siamo la nazionale favorita su un circuito così semplice e scontato, ma possiamo fare la nostra parte, perché abbiamo uomini giusti per poter dire una parola importante».
Per molti il britannico Mark Cavendish è il grande favorito, lei però da tempo si è espresso diversamente.
«Io resto del mio parere: Cavendish non lo vedo adatto a questo tipo di percorso. Sono pronto ad essere smentito, ma su un traguardo del genere, con una pendenza del 5%, dopo 260 chilometri, il britannico non lo vedo adattissimo».
Quindi, lei su chi punta?
«Su tanti. A parte gli scherzi, Gilbert è il principale indiziato. Poi quella volpe di Oscar Freire, Hushovd, Peter Sagan, Farrar, ma anche uno come Cancellara potrebbe dire la sua in un finale così. E' un mondiale tutto da decrittare»
E come vede la sua seconda Italia?
«Io dispongo di una grande squadra. Ho nove corridori che dividerò in due gruppi: uno al servizio della volata di Bennati (che ieri ha compiuto 31 anni, ndr) e l'altro pronto a sfruttare le situazioni che si vengono a creare. Io sono fiducioso. Sento che siamo pronti per disputare un grande mondiale».
Forse sarebbe il caso di lasciare il peso della corsa agli altri, come ha fatto ieri la nazionale femminile di Edoardo Salvoldi?
«Una cosa è certa: noi non siamo i favoriti. Però siamo un buon gruppo, compatto e coeso. Abbiamo diverse soluzioni, e starà a noi cercare di trovare i varchi giusti».
Il Mortirolo di Danimarca è una collinetta di 500 metri al 5% che porterà i corridori a 55 metri sul livello del mare. Per il resto sei ore di corsa, sul filo dei 50 chilometri orari...
«E' un mondiale così: dopo quello di Zolder, probabilmente il più piatto degli ultimi anni. Se sarà volata, bisognerà farla con intelligenza, usando i rapporti giusti. Vincerà chi avrà più energie, adrenalina e lucidità, ma anche un pizzico di fortuna, perché quella serve sempre. Soprattutto su un percorso così
Noi dovremo essere opportunisti e cinici».
Se sarà volata, l'Italia sarà tutta per Bennati?
«Le corse si preparano e si studiano a tavolino, poi la strada e gli avversari ti inducono a cambiare programma, a modificare le strategie. Noi siamo pronti per qualsiasi evenienza. Tutti per Bennati, ma al nostro arco ci sono altre frecce. E possono essere tutte letali. Noi faremo lavorare le altre nazionali, controllando comunque ogni fuga. Nella seconda parte entreremo in azione. Se ci sarà da dare battaglia noi saremo pronti. Tutti dicono volata, e probabilmente volata sarà. Ma io sento che questo mondiale avrà un finale a sorpresa. Speriamo solo che i colori dell'iride siano per un azzurro».
La Guida al Mondiale
Partenza ore 10. Circuito di 14 km da ripetere 190 volte per totali 266 km. I numeri da seguire: 23 Bennati; 24 F.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.