L'Avana - Dopo alcune timide liberalizzazioni che avevano fatto sorridere l'Occidente - tra queste la possibilità di acquistare forni a micro onde e televisori - Raul Castro ha battuto un altro colpo; via dal governo alcuni uomini legati al fratello Fidel. La svolta è avvenuta secondo il meccanismo politico più collaudato al mondo, un "rimpasto". In totale i ministri cambiati sono otto. Uno scossone che rappresenta, dopo un anno dall'ascesa alla presidenza, il pieno esercizio dei poteri da parte di Raul.
Motivo ufficiale e motivo reale Ufficialmente il rimpasto è dettato dall'esigenza di ottenere maggiore efficienza nell'esecutivo. Non sembra una rivoluzione, a detta degli osservatori più attenti delle questioni cubane. Ma la politica del 77enne leader cubano potrebbe subire qualche ulteriore cambiamento, soprattutto nel versante economico: in molti, infatti, si attendono qualche nuova forma di "liberalizzazione", dopo quelle timide già avviate negli ultimi mesi. Il motivo reale del rimpasto sembra essere però un altro: la raggiunta "maggiore età, in senso politico, di Raul Castro. Dopo un anno di governo "sotto tutela" prende finalmente in mano le redini del potere.
Allontanati due giovani Il risultato più evidente, quanto meno dal punto di vista dell'immagine, è che il governo cubano manda a casa due politici relativamente giovani. Si tratta di Felipe Perez Roque, 43 anni, ministro degli Esteri (ex segretario personale di Fidel Castro) e di Carlos Lage, 57 anni, capo di gabinetto, considerato un riformatore economico. Quest'ultimo è stato sostituito da un militare.
Gli epurati Perez Roque era uno dei più fermi sostenitori del socialismo cubano. Negli ultimi mesi aveva stretto solide relazioni in tutto il mondo e in particolare in America Latina. Forse è stato il suo iper attivismo nei rapporti con l'estero ad essergli fatale. Pur accarezzando l'alleanza strategica con l'America latina Roque diverse volte aveva sottolineato l'importanza di un miglioramento dei rapporti con Washington. L'allontanamento di Roque arriva malgrado i timidi successi in politica estera del dopo-Fidel e proprio nel momento in cui L’Avana è in attesa di sapere se l'amministrazione Obama deciderà di alleviare l’embargo cui è sottoposta dal 1961. Lage, invece, era un "protetto" di Fidel Castro: negli anni Novanta era stato lui a guidare con pugno di ferro i cambiamenti economici nell'isola, dopo il collasso dell’Urss e la gravissima crisi di Cuba. Tra i ministri rimossi, anche Raul de la Nuez, responsabile del Commercio estero, e Jose Luis Rodriguez Garcia, da molto tempo ministro dell’economia e della pianificazione.
Come sta Fidel? Nei giorni scorsi è circolata la notizia che Fidel Castro avrebbe fatto una passeggiata per le strade de L’Avana. Ma sarà vero o è solo l'ennesimo maldestro tentativo di propaganda di regime? A rivelare la notizia è stato il presidente venezuelano, Hugo Chavez, di ritorno da una visita al leader maximo. Chavez ha riferito che Castro è in "ottima forma" e ha fatto una lunga passeggiata per le strade della capitale cubana in mezzo alla gente.
"Un miracolo", ha commentato Chavez raccontando che le persone che lo hanno visto "hanno pianto". Della passeggiata per l’Avana, ha riferito Chavez, "ci sono diverse fotografie, le ho viste, e mi considero un privilegiato". Ma nessuno, oltre a lui, sembra confermare la notizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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