Cuba, telefonini e computer Ma senza linea

Dvd, telefonini e computer. Ma non sognatevi di avere la linea. Lunedì il viceministro cubano dell'Informatica, Ramón Linares Torres è intervenuto per spiegare ai cubani che, nonostante le aspettative create dalle recenti liberalizzazioni, lo stato non fornirà connessioni internet ai cittadini. Naturalmente solo per le restrizioni «che gli Usa impongono» e per i problemi tecnici delle reti telecom presenti sull'isola.
Bocca asciutta quindi per i cubani che si illudevano che Raul socchiudesse un minimo spiraglio a chi cerca qualche informazione libera o comunque non rigidamente controllata. Linares ha invece annunciato - nel corso della Giornata mondiale della Società dell'informazione - che al posto di Internet, Cuba si dedicherà a diffondere un'altra rete, Intranet, interna all'isola ed evidentemente in mano al governo. «Sarà lì che metteremo tutti i contenuti principali, la biblioteca nazionale e i servizi ai cittadini», assicurava il viceministro. Una magra consolazione per chi si aspettava una finestra sul mondo e non sul castrismo. Con l’annuncio, il «nuovo» Raul dimostra, come Fidel, di aver paura di internet e di volere solo liberalizzazioni farsa.

Solo qualche giorno fa il nuovo leader ha negato l'uscita dal paese a Yoani Sánchez, la blogger di Generación Y, chiamata dalla Spagna per ricevere un premio di giornalismo. Time l'aveva inserita tra le 100 persone più influenti del mondo.

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