
La Milano della ristorazione sta rimodulando i propri orari e cambiando le proprie abitudini. Molti locali stanno riscoprendo il pranzo, puntando forte su quel momento finora riservato a frettolose pause dal lavoro o a incontri di lavoro più orientati al business che al godimento. Già Trippa, la più celebre trattoria meneghina, da ottobre ha deciso di aprire a pranzo il venerdì rinunciando al sabato. E c’è anche un ottimo locale, Sandì, che tiene sollevata la claire soli di giorno, prevedendo il servizio serale soltanto al venerdì. E ora tocca a un altro locale simbolo del fine dining cittadino, [Bu:r] di Eugenio Boer (il nome è la trascrizione grafica della pronuncia del cognome dello chef Italo-olandese) che dopo sette anni di attività dal 24 settembre riparte con spazi ridisegnati e l’apertura a pranzo.
Il restyling del locale dello chef Boer e della moglie Carlotta Perilli, che si occupa con grande stile della sala, porta la firma dello studio kick.office, già autore del primo progetto, e si muove nella direzione di un ambiente più raccolto. I colori si ispirano alle terre, i tavoli in faggio massello firmati Ton sostituiscono i precedenti arredi e diventano l’elemento dichiaratamente “naturale” della sala. La luce – naturale e artificiale – è parte integrante della nuova atmosfera, pensata per adattarsi ai diversi momenti della giornata. Un approccio che accompagna anche l’offerta gastronomica, ora ampliata.
La novità più concreta riguarda infatti l’apertura diurna. [Bu:r] introduce un menu a pranzo, con antipasto, piatto principale, piccolo dessert, acqua e caffè a 45 euro. Una proposta più accessibile, che strizza l’occhio a chi cerca una pausa di qualità senza affrontare il percorso lungo della cena. È un formato studiato per incontri e business lunch, in linea con le esigenze di una città dove il tempo è spesso un fattore fondamentale. Ma alla fine potrebbe essere una soluzione adatta anche a chi vuole provare un’esperienza gourmet senza le lungaggini del fine dining e a un prezzo molto diverso da quello di una cena.
La cucina di Boer continua però a giocarsi sul filo della memoria e dell’innovazione. Rimane in carta il percorso dei “Classici”, con i piatti che hanno segnato la storia dello chef – dal cervo ai risotti fino al piccione – ma compare anche un menu degustazione nuovo: “Le Aromatiche”. Qui le gerarchie tradizionali vengono ribaltate. Non sono carne o pesce a guidare la costruzione del piatto, bensì le erbe, le spezie, i fiori e le radici.
Il processo creativo parte da un profumo o da una nota aromatica – zenzero, fieno greco, gelsomino, sommacco, dragoncello – a cui vengono associati in un secondo momento vegetali, pesci e altre materie prime. L’obiettivo è generare leggerezza, intensità olfattiva e una grammatica del gusto che si muove fuori dalle logiche convenzionali. Un menu più meditativo che spettacolare, meno legato all’immediatezza e più all’esperienza sensoriale complessiva.
Il locale punta così a rinnovarsi senza cambiare identità. I dettagli estetici, dal design alle texture, concorrono a creare un contesto coerente con la filosofia dello chef: mantenere radici solide e al tempo stesso aprire a una visione contemporanea.
[Bu:r], in altre parole, non rinnega la sua storia ma la aggiorna, aggiungendo un capitolo che guarda a un pubblico più ampio e a un ritmo di consumo diverso.[Bu:r] si trova al numero 22 di via Mercalli, in zona Quadronno. È aperto dal martedì al venerdì a pranzo e a cena, il sabato solo a cena. È chiuso la domenica e il lunedì.