Rum Dictador fa a pezzi le convenzioni

Il rum è da melassa, distillata al 70% a colonna e al 30% in pot still

Rum Dictador fa a pezzi le convenzioni
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Prima di tutto, una rassicurazione: il rum Dictador non ha a che fare con caudilli sudamericani, ma è una trovata di marketing di Hernan Parra e del suo socio polacco: «Ci serviva un nome che si sganciasse dalla solita narrazione sulla canna da zucchero e gli schiavi e che rimanesse impresso». E in effetti, pochi brand sul mercato hanno un nome più di impatto.

Eppure Dictador una sua storia ce l'ha, e solida anche. Il bisnonno di Hernan arrivò in Colombia dalle Asturie nel 1913 per produrre sidro, finendo per distillare canna da zucchero a Cartagena, grazie agli insegnamenti di due famiglie cubane conosciute in un viaggio d'affari. Le vie della vita. Le stesse che pian piano fanno crescere l'impresa: prima un rum agricolo un po' rude, poi gli invecchiamenti, infine la sperimentazione e il successo, che porta alla vendita della Destileria Colombiana al colosso Diageo nel 1993.

Poteva essere la fine, ma è stato un reset. Nel 2007 i Parra ripartono con un nuovo progetto, Dictador appunto. «Nel rum c'è troppa gente che vuol fare il poliziotto - sorride Hernan spiegando la sua filosofia -: troppo zucchero, non va bene usare l'alambicco a colonna, vietato utilizzare modelle per promuovere il liquido... Noi rompiamo le regole». Dal nome alla bottiglia nera che non mostra il liquido, fino alle hostess vestite di pelle ai festival.

Il rum è da melassa, distillata al 70% a colonna e al 30% in pot still. L'obiettivo è chiaro: «Semplicità, equilibrio e rotondità». Perché in un mondo di rum estremi, con note distintive ma divisive, erbacee o di idrocarburi, Dictador mira a piacere a tutti, o a più palati possibili. Dolce, ma senza esagerare, Dictador è distribuito in Italia da Compagnia dei Caraibi.

Nella gamma, insieme ai classici 12 e 20 anni, si segnala il «Game changer», in collaborazione con l'artista Richard Orlinski che cura il packaging, e la serie Libreto, composta da single cask vintage profondi e più complessi, spalla ideale di una fumata lenta con sigari Habanos. Confermiamo l'idea iniziale: l'unico Dictador buono, è il rum.

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