Cultura e società

Cari tedeschi, il panettone non si tocca

Mentre in Italia i partiti del panettone e del pandoro si preparano all'ennesimo scontro sulle tavole delle feste, un articolo del giornale più prestigioso di Germania spara a zero contro la specialità meneghina, con una perfidia inconsueta

Cari tedeschi, il panettone non si tocca

Tempo di Natale, tempo di prepararsi psicologicamente alla guerra fredda che da qualche anno divide le famiglie italiane, quella tra i sostenitori del panettone ed i maniaci del pandoro. Questa faida semiseria può arrivare a vette di partigianeria decisamente inconsuete visto che, in fondo, stiamo parlando di dolci tipici della nostra grande tradizione. L’ultima cosa che ci saremmo aspettati è che ad intervenire a gamba tesa in questa baruffa chiozzotta un po’ da strapaese fosse un importante giornale tedesco, la Frankfurter Allgemeine Zeitung. In un articolo pubblicato nella sezione dedicata al cibo, la collega Johanna Dürrholz, redattrice della rubrica dallo strano titolo “Germania e il mondo”, non trattiene il suo disgusto per il Pane di Toni e la grande tradizione meneghina dalla quale deriva. Quando, orrore degli orrori, si è vista regalare un panettone per Natale, si scatena con una perfidia riservata a ben altre questioni.

Il regalo dell’orrore, parole sue, è arrivato alla fine di una cena tra amici in un ristorante italiano, un piccolo presente per ringraziare gli avventori, un gesto gentile, del tutto non dovuto. Non sia mai! Johanna ODIA il panettone e non ha problemi a farlo sapere a tutti. Il dolce milanese “der nach abgelaufenem Schaumstoff schmeckt”, qualcosa tipo “ha il sapore della gommapiuma scaduta”. La mia conoscenza della lingua di Goethe è piuttosto approssimativa ma non ci vuole molto per capire quanto l’acrimonia della collega sia genuina. Non è dato sapere di che marca si stesse parlando, ma visto che parla di una scatola blu potrebbe essere davvero uno dei nostri panettoni industriali, invece delle troppe copie che si trovano un po’ ovunque in Europa. Per Johanna il panettone sarebbe una “Horrorkuchen”, una torta degli orrori, una “pasta lievitata che sembra uscire da una stanza dove non si aprono le finestre da anni”.

Panettone

La collega, evidentemente, non riesce a trattenere lo sdegno nei confronti di chi, evidentemente appena uscito dal circolo più profondo dell’inferno, ha l’ardire di regalare un panettone agli amici prima di Natale, invece di gettarlo direttamente nell’organico. Ci tiene poi a far sapere a tutti i suoi lettori come il panettone che ha ricevuto dal gestore del ristorante l’abbia preso ma non per portarlo a casa, visto che l’ha lasciato da una sua amica. Secondo lei le scatole di panettone in Germania nessuno le apre mai; finiscono per essere usate come regali da poco, magari da rifilare a gente che non ti sta tanto simpatica, anche scaduti – quale sarebbe la differenza, visto che anche nuovo fa schifo? Insomma, una serie di cattiverie gratuite nei confronti di un dolce che sta conquistando poco alla volta terreno anche oltralpe.

Il sottoscritto in Germania ci ha vissuto parecchi anni e non ha mai sentito niente del genere da colleghi o amici, che la cucina italiana la apprezzano parecchio, panettone incluso. Onestamente la cosa che ferisce di più un giornalista è il trovare roba del genere nel sito della testata più prestigiosa di Germania, quel foglio della borghesia renana che, una volta, era visto come pietra di paragone di imparzialità ed autorevolezza. Forse, però, dietro la puzza sotto il naso della collega e la sua cattiveria gratuita c’è qualcosa di più, la paura che, anche in questo campo, fermare il made in Italy sia una mission impossible. Non importa quanti pezzi al vetriolo pubblichiate, colleghi, sempre più vostri connazionali quelle scatole dell’orrore le apriranno sul serio, apprezzando assai il frutto di secoli di maestria culinaria italiana. Non mi abbasserò certo a sparare bordate contro il vostro equivalente, il Weihnachtsstollen: a me piace pure ma quando una volta mi azzardai a portarlo alla cena di Natale in famiglia finì che me lo mangiai quasi tutto io. Magari, la prossima volta, cercate un argomento migliore per i vostri articoli. O forse l’avete fatto proprio come si fa col toro nella corrida, per scatenare la reazione indignata di noi italiani? In tal caso, Fraulein Johanna, non ci siete riusciti. Certo, il suo articolo l’abbiamo citato ma più per prendervi bonariamente per i fondelli che per altro. Comunque la vediate, a noi il panettone piace assai. Ce lo godremo parecchio, alla faccia vostra.

Guten Appetit.

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