
Ha simulato la propria morte per sfuggire alla moglie e ai tre figli e rifarsi una vita all’estero con un’altra donna. Ryan Borgwardt, protagonista di una vicenda che ha dell’incredibile, è stato condannato a 89 giorni di carcere e a una maxi-multa per risarcire i costi delle operazioni di ricerca e soccorso che lo hanno visto, per mesi, ufficialmente disperso.
La storia
Secondo quanto riportato dalla CNN, l’uomo aveva inscenato un finto annegamento mentre faceva kayak, facendo credere di essere stato inghiottito dalle acque. La sparizione aveva fatto scattare un imponente dispositivo di ricerca da parte delle autorità locali e federali, con impiego di elicotteri, droni e sommozzatori. Ma la realtà era ben diversa.
Dopo mesi di indagini e ricerche infruttuose, è emerso che Borgwardt era riuscito a lasciare il paese con un nuovo passaporto, diretto all’estero per incontrare un’altra donna. L’intera messinscena era stata architettata per abbandonare la famiglia e ricominciare altrove sotto falsa identità.
La verità
Le autorità, una volta scoperta la verità, hanno proceduto all’arresto dell’uomo, accusandolo di falsa testimonianza, uso fraudolento di documenti e frode nei confronti dello Stato. Il tribunale ha quindi disposto una condanna a 89 giorni di reclusione e una pesante multa per coprire le spese sostenute per le operazioni di soccorso.
Nel frattempo, la moglie, scioccata
dall’accaduto, ha chiesto e ottenuto il divorzio. La vicenda ha suscitato un forte clamore mediatico negli Stati Uniti, alimentando un acceso dibattito sui costi sociali e morali di questo genere di inganni.