Il tesoro di Sissi e la "pietra del destino" riemergono dopo un secolo: ecco che fine hanno fatto

Tra i gioielli ritrovati c’è il celebre diamante Florentiner, un rarissimo esemplare da 137 carati, rimasto per decenni custodito in un caveau del Québec

La principessa Sissi interpretata da Romy Schneider
La principessa Sissi interpretata da Romy Schneider
00:00 00:00

Scomparso da oltre cento anni, il tesoro degli Asburgo è finalmente riapparso. Tra le gemme ritrovate spicca il Florentiner, un diamante giallo da 137 carati, tra i più celebri e misteriosi al mondo. Per decenni si è creduto che fosse stato rubato, venduto o tagliato; invece, come rivelano Der Spiegel e il New York Times, è rimasto custodito in un caveau di una banca del Québec, chiuso nella stessa valigia di cuoio con cui l’imperatrice Zita fuggì oltreoceano dopo la fine dell’Impero austro-ungarico.

La rivelazione di Karl Habsburg

La scoperta è stata svelata da Karl Habsburg, ultimo erede della storica dinastia e politico austriaco. Nei giorni del celebre furto al Louvre, Karl avrebbe contattato un giornalista dello Spiegel invitandolo a Vienna con una frase enigmatica: "Vieni, ho una notizia da darti".

In un caffè sul Ring, sollevando un cappuccino, ha pronunciato parole destinate a entrare nella storia: "Il Florentiner e gli altri gioielli di famiglia si trovano in una cassetta di sicurezza in Québec". Lo Spiegel dedicherà la prossima copertina a questa straordinaria vicenda.

Dalla fuga in Svizzera alla scomparsa dei gioielli

Per capire il valore del ritrovamento bisogna tornare al novembre del 1918. Vienna era in rivolta e l’imperatore Carlo I comprese che la monarchia era giunta al termine. Ordinò al gran ciambellano, conte Leopold von Berchtold, di mettere in salvo i gioielli di corte.

Il 4 novembre, i tesori raggiunsero la Svizzera: tra essi la corona di diamanti di Sissi, un bracciale di Maria Teresa d’Austria e il celebre Florentiner, appartenuto nel Cinquecento ai Medici e soprannominato “la pietra del destino”. Fino al 1921 rimasero custoditi oltreconfine. Poi, di colpo, sparirono. Da allora nacquero mille ipotesi: vendite segrete, furti, aste clandestine, gioielli tagliati e rivenduti.

La verità: un lungo esilio e un caveau oltreoceano

Karl Habsburg ha chiarito oggi che parte del tesoro fu portata via nel 1923, durante la fuga della famiglia da Budapest, organizzata dal colonnello britannico Edward Lisle Strutt. Fu allora che Zita, vedova con otto figli, partì per il Canada. Secondo il racconto, quando un doganiere le chiese: "quanti devono passare con lei", rispose maestosamente: "Tutti questi". Nella valigia che la accompagnava c'erano anche i gioielli imperiali.

Il mistero svelato nel 2022

Solo nel 2022, come disposto dall’imperatrice Zita, due eredi della famiglia furono informati dell’esistenza del caveau. Dopo aver contattato Karl Habsburg, coinvolsero la storica gioielleria viennese A.E. Köchert, fornitrice ufficiale della corte imperiale.

L’orefice, volato in Canada, ha riconosciuto immediatamente l’autenticità del tesoro confrontandolo con le foto e i cataloghi originali del 1918: "Ero emozionato — ha dichiarato —, è una cosa che capita una volta sola nella vita". Il Florentiner, ha confermato, è “splendido per purezza, e il suo colore ricorda un buon whisky scozzese”.

I pezzi mancanti e la futura battaglia legale

Non tutto, però, è stato ritrovato. Mancano la corona di Sissi e la collana di rose di Maria Teresa, tra i simboli più iconici della dinastia. Ora si apre un nuovo capitolo: a chi appartiene il tesoro? Gli Asburgo sostengono che, essendo stato portato via prima delle confische post-imperiali, non possa essere reclamato dallo Stato austriaco. Vienna, al contrario, ritiene che il patrimonio imperiale appartenga al popolo.

Quel che è certo è che, dopo un

secolo di misteri, il tesoro ritrovato degli Asburgo torna a far brillare una delle storie più affascinanti d’Europa. E resta un’ultima domanda: dove si nascondono i gioielli ancora scomparsi?

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica