Cultura e Spettacoli

Bob Dylan, la protesta che incantò il mondo

Classe 1941, nato nel Minnesota, Bob ha segnato la storia degli ultimi cinquant'anni ponendosi come figura chiave del movimento per il "cambiamento sociale" americano, che si sviluppò negli anni Sessanta come forma di controcultura del tempo

Bob Dylan, la protesta che incantò il mondo

Senza dubbio una delle maggiori figure del panorma musicale folk, rock e pop degli ultimi cinquant'anni, Bob Dylan è considerato a livello globale come il più grande artista degli ultimi tempi, l'idolo di più una generazione, un'istituzione musicale che grazie ai testi delle sue canzoni è riuscito a segnare la storia.

Dylan infatti, che si è sempre rifiutato di associare il suo nome ad un genere musicale specifico, entrato nel panorama della musica folk nei primi anni '60, si è continuamente sforzato affinché le sue canzoni non fossero solo piacevoli pezzi da ascoltare, ma contenessero anche un messaggio sociale che potesse creare consapevolezza politica.

Vissuto in un periodo storico così concitato - erano gli anni dell'assasinio di Kennedy, della crisi cubana, della guerra in Vietnam e della tensione Usa-Urss - le sua canzoni di protesta hanno alimentato nei giovani lo spirito di ribellione e l'ardore nel combattere per difendere i diritti umani di ogni individuo. I testi delle sue canzoni sono messaggi di pace contro ogni forma di soppruso e violenza: dalle armi nucleari alla guerra, dal razzismo alle condizioni di povertà e schiavitù.

Avendo sperimentato qualsiasi tipo di genere musicale dal folk rock, al blues rock, al rock and roll al country rock, la sua influenza è stata enorme, tanto che alcune sue canzoni sono diventate veri e propri inni generazionali, come "Blowin' in the wind", diventata la colonna sonora delle proteste americane contro la guerra in Vietnam e come "Like a Rolling Stone", il brano che inneggiando al cambiamento e alla capacità di accettarlo a braccia aperte ha segnato la nascita del genere folk rock.

Successivamente in seguito alla sua svolta spirituale, da molti contestata, Dylan si concentrò sulla ricerca poetica continuando a calcare il palcoscenico fino a pochi anni fa.

Tra i vari riconoscimenti, oltre ad alcune lauree honoris causa, Dylan è stato inserito dalla rivista Rolling Stones al secondo posto nella lista dei 100 migliori artisti, al settimo in quella dei 100 migliori artisti, al primo tra i 100 migliori cantautori. Il cantautore ha anche vinto diversi Grammy tra il 1973 e il 2006 e il premio Oscar per la miglior canzone originale ('Things Have Changed', dal film 'Wonder Boys') nel 2001.

Inoltre nel 2012, come riconoscimento alla lotta di una vita nella difesa dei diritti umani, il presidente Barack Obama lo ha insignito alla Casa Bianca della più alta onorificenza civile degli Usa, la ‘Medaglia Presidenziale della Libertà’.

E così - paragonto dal comitato di assegnazione dei Nobel ad un Omero o ad una Saffo dell'antichità - a Bob Dylan non restava che vincere il premio Nobel per la letteratura.

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