Cultura e Spettacoli

La "Notte della Taranta" pop di Elodie e Mengoni (con Bersani e Stromae)

L'evento sta ormai diventando una raffinata playlist radiofonica: un tesoro che l’Italia potrebbe vantarsi di avere

La "Notte della Taranta" pop di Elodie e Mengoni (con Bersani e Stromae)

Con l’arrivo di Elodie e Marco Mengoni, il cast del concertone della Notte della Taranta (sabato 27 agosto a Melpignano) si conferma un evento gigantesco e trasversale capace di unire sensibilità musicali lontane. Quest’anno lo è forse più del solito e il merito è senza dubbio di Dardust, uno dei pochi musicisti/produttori che abbiano davvero la capacità di fare il giro dell’orizzonte musicale senza trovarsi mai fuori posto. Se la musica leggera avrà un futuro che non sia soltanto in sottofondo, una parte del merito sarà di questo visionario che stavolta fa il maestro concertatore della Notte della Taranta ed è stato in grado di convincere tanti artisti molto lontani tra loro a partecipare a uno show per centinaia di migliaia di persone in un rituale che ci invidiano nel resto del mondo (ma noi a italiani, si sa, le cose italiane piacciono sempre meno di quelle straniere). Infatti non è facile trovare nello stesso cast il poliedrico Stromae e l’aggressivo Massimo Pericolo. Non capita da altre parti di aspettare sul palco un gigante come Samuele Bersani, che in trent’anni ha cantato alcune delle canzoni d’autore più belle della storia musicale italiana, e poi godersi Marco Mengoni (oltre 60 dischi di platino) che passa da Melpignano prima di debuttare nel tour autunnale dei palasport. Bersani canterà il tradizionale Lu rusciu te lu mare prima di fare una versione pizzicata di Chicco e spillo. Mengoni invece presenta Klama, ossia un brano in grico, il dialetto neogreco parlato in Puglia. Elodie infine affronterà la Pizzica di San Vito non solo come cantante ma pure come danzatrice insieme al Corpo di Ballo della Taranta diretto da Irma di Paola. In sostanza, la Notte della Taranta ha una formazione «radiofonica», ossia molto popolare ma, allo stesso tempo, di livello raro e raffinato.

Un tesoro che l’Italia può (potrebbe) vantarsi di avere.

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