Cultura e Spettacoli

Shakespeare vittima del politically correct

Il celebre regista Richard Eyre, ex direttore del National Theatre, che ha lavorato per decenni con gli attori britannici più famosi, si ribella al politicamente corretto: "Basta modificare il sesso dei personaggi di Shakespeare"

William Shakespeare
William Shakespeare

L’isteria gender e politically correct rischia di rovinare Shakespeare. Fortunatamente, a ribellarsi al pensiero unico è il celebre regista Richard Eyre, ex direttore del National Theatre, che ha lavorato per decenni con gli attori britannici più famosi e ha diretto la serie Hollow Crown della Bbc. Secondo Eyre, infatti, le produzioni non dovrebbero mai interferire con il testo originale delle commedie e cambiare il “genere” dei personaggi per strizzare l’occhio al politicamente corretto imperante né quindi affidare ad attrici donne dei ruoli maschili.
Come riporta il Telegraph, il regista ha risposto a una domanda dal pubblico all'Hay festival, dove veniva criticata la messa in scena della tragedia shakspeariana Timone d’Atene da parte della Royal Shakespeare Company dove Timone è interpretato da una donna. “Sono al 100 per cento d’accordo con lei” ha replicato il regista, sottolineando che la "Royal Shakespeare company non dovrebbe scambiare i generi dei personaggi nelle sue produzioni”. Secondo il mostro sacro del teatro inglese, questa ostentazione fa perdere ritmo nei versi e non rispetta la metrica originale.
In “Timone d’Atene”, scritto presumibilmente da Shakespeare tra il 1604 ed il 1608 come, si narra la vicenda di Timone, ricco ateniese generoso, circondato di uomini che crede amici. Ma quando i debiti lo travolgono, non trova nessuno che lo soccorra. Indignato, si ritira a vita solitaria in una caverna nei pressi della città, e anche quando trova un insperato tesoro, non torna ai lussi e agli agi, ma usa quel denaro per tessere la sua vendetta contro la città. Il personaggio è realmente esistito nella Atene di Pericle (inizio del V sec. a.C.). Ne parla Plutarco nella “Vita di Antonio”, descrivendolo come un maligno, un misantropo, un introverso, che evitava la compagnia di tutti tranne quella del filosofo Apemanto.
Ebbene, nella produzione di Simon Godwin della Royal Shakespeare Company, illustre compagnia teatrale inglese nata nel 1960 a Stratford grazie a Peter Hall e Fordham Flower, l’attrice Kathryn Hunter interpreta il ruolo di Lady Timon anziché Lord Timon come nell’originale. Un evidente forzatura che però non rappresenta affatto un’eccezione di questi tempi. In un’intervista rilasciata al Stratford Herald, Godwin sottolinea: “Esiste un movimento globale che sostiene che questi non sono più ruoli per uomini interpretati da uomini. Penso che facciamo un favore a Shakespeare celebrando la modernità. Ci sono poi molti modi per inserire più donne nelle sue opere. Uno è quello di mantenere il genere del copione e farlo interpretare da una donna; l’altro è quello di modificarlo in modo che l'uomo diventi una donna anche nel copione”.
E aggiunge: “Quando ho diretto La dodicesima notte ho fatto diventare Malvolio (il maggiordomo di Olivia), Malvolia, e questo ci ha davvero aiutato”. Nella commedia shakesperiana Malvolio è segretamente innamorato di Olivia, e questo il regista lo sapeva perfettamente: probabilmente voleva dare un tocco "Lgbt" e “gay friendly”a un’opera così snaturata in tutto e per tutto. Inutile stupirsi dunque se in qualche rappresentazione Romeo diventerà Romea per soddisfare l'ego di qualche regista progressista, sempre nel nome della "modernità".

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