Se la politica non aiuta i libri, i libri aiutano la politica

Lanciata dallo slogan "I libri salgono in politica", il sito Libreriamo (www.libreriamo.it) ha varato la campagna "I libri al Parlamento", chiedendo ai lettori forti di Facebook di inviare una frase tratta dal loro libro preferito da consegnare ai politici

È stato detto che la parola meno citata dai politici (tutti) in questa campagna elettorale è «cultura». Non ci sembra, però, che nelle scorse competizioni abbia avuto maggior fortuna.
Comunque nessun candidato leader ha dedicato attenzione (e nemmeno promesse) ai beni culturali, al patrimonio artistico, alla scuola, all'Università e alla drammatica situazione dei (ridottissimi) consumi culturali: mai così pochi italiani al cinema; teatro e lirica inesistenti; musei semideserti a parte le mostre-evento; crollo della lettura cartacea; percentuali risibili di quella digitale (ebook: 1% del mercato!), librerie che chiudono... Insomma, la solita silenziosa strage degli innocenti analfabeti.

E allora, di fronte all'abissale distanza tra i politici e la cultura, visto che i primi non fanno alcun passo verso la seconda, è la seconda che tenta di avvicinarsi ai primi... Lanciata dallo slogan «I libri salgono in politica», il sito Libreriamo (www.libreriamo.it) ha varato la campagna "I libri al Parlamento", chiedendo ai lettori forti di Facebook di inviare una frase tratta dal loro libro preferito da consegnare ai politici (e saranno portate davvero al prossimo premier...). Come spiegano gli organizzatori: «Scopo della campagna, sensibilizzare la classe politica a una maggiore attenzione nei confronti della cultura, partendo dall'immenso patrimonio contenuto nei libri». Servirà a qualcosa?
No, assolutamente. Però è interessante leggere quali sono gli aforismi d'autore (che spaziano da Toqueville a Moravia, da Malcom X a Gentile, dall'area liberale a quella comunista, da quella rivoluzionaria a quella fascista) inviati ai politici come consigli di buon governo. Esempi: «Si dovrebbe pensare più a far del bene che a star bene e così si finirebbe anche a star meglio» (Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi); «Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo! Seri si è o non si è: quando la serietà viene enunciata diventa ricatto e terrorismo» (Pier Paolo Pasolini, Il caos); «In Italia non manca la materia prima necessaria ad essere modellata: il popolo è capace ma i capi sono degli inetti» (Niccolò Machiavelli, Il Principe).


Noi segnaliamo un passo delle Memorie di Adriano, della Yourcenar: «Fondare biblioteche è come costruire granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire».

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