Cultura e Spettacoli

Billy Wilder e la nostalgia di una Hollywood che non c'è più

L'ultimo romanzo di Jonathan Coe fa rivivere il maestro della commedia americana. È un omaggio a un cinema che non c'è più ma anche una delicata analisi sulla vecchiaia degli artisti

Billy Wilder e la nostalgia di una Hollywood che non c'è più

Un "deroga". È così che Jonathan Coe descrive Io e Mr Wilder, il suo ultimo romanzo edito in Italia da Feltrinelli. Una deroga rispetto al suo passato. Chi, infatti, ha amato in passato La famiglia Winshaw, La banda dei brocchi o Circolo chiuso, si troverà leggermente spaesato a leggere della giovinezza di Calista Frangopoulou e della vecchiaia di Billy Wilder. Nessun aggancio con la politica, nessuna tensione con i mali della società contemporanea inglese. Il Guardian l'ha definuto "una lettera d'amore al cinema" di Hollywood. Non alla Hollywood dei giorni d'oggi, ma a quella che ha saputo regalare al mondo la leggerezza comica delle commedie disimpegnate. Una leggerezza che nelle pellicole di Wilder degli anni Sessanta ha la sua massima espressione.

Io e Mr Wilder non è un romanzo di fantasia. È una non fiction. Parla, infatti, di un personaggio reale e di un evento reale. Il collante col passato è Calista, una musicista 57enne alle prese con l'addio delle figlie gemelle. La prima a partire è Ariane: a Sydney la aspetta il conservatorio. Dopo averla accompagnata in aeroporto, la madre non può che fare i conti col fatto che anche Francesca, l'altra figlia, è sul punto di lasciare casa. Di lì a qualche mese partirà per Oxford per andare all'università. Nel giro di poco la casa in cui vive diventa troppo grande per due persone e i ricordi si fanno pressanti come non mai. Torna così al 1976, quando lei stessa lascia per la prima volta i genitori per andare a zonzo negli Stati Uniti. Tre settimane di libertà che la portano a incontrare la persona che le cambierà l'esistenza: Billy Wilder. È l'amica Gill a presentarle il grande regista sei volte premio Oscar. Quando si trova a cena con lui a Los Angeles, non sa nemmeno chi sia. Come non sa chi sia e cosa faccia lo sceneggiatore I. A. L. Diamond, anche lui a tavola con loro. La ragazza non fa nulla per nascondere la propria ignoranza: ammette di non conoscere nemmeno un titolo dei loro capolavori e di aver gradito lo Squalo. Nonostante tutto i due vedono in Calista una scintilla che li spinge ad assumerla come interprete quando volano in Grecia per girare Fedora. È sul set che la giovane inizia comporre colonne sonore per i film.

Billy Wilder

"Per me Billy Wilder è un grandissimo eroe", spiega Coe durante una presentazione pubblicata dalla Feltrinelli su YouTube. "Non lo considero solo uno dei più grandi registi, ma uno dei più grandi artisti narrativi del secolo scorso". Il suo apprezzamento non nasce solo per colossal quali Viale del tramonto, A qualcuno piace caldo e L'appartamento, ma anche per i lavori degli anni Sessanta, quando Hollywood li considerava ormai fuori moda. "Io li considero tra i più belli", confida lo scrittore inglese che ha voluto proprio costruire il suo ultimo romanzo sul "no" di Hollywood alla sceneggiatura di Fedora. Per vederla realizzata a Wilder e Diamond toccò volare in Germania, da dove era scappato quarant'anni primi dopo che Adolf Hitler prese il potere. Sebbene diventi l'occasione per Coe per raccontare anche il grande male del Novecento (il nazismo), Io e Mr Wilder è soprattutto un'analisi delicata sulla vecchiaia degli artisti. Per tutti, prima o poi, arriva il momento in cui, cambiate le mode, viene meno il contatto con il mondo. Ma cosa succede se, sebbene il pubblico non sia più disposto a starlo ad ascoltare, l'artista si sente ancora di aver tanto da dire? "Il mio non è un romanzo sul fallimento - anticipa Coe - tutto al contrario...

è su come sia importante non smettere di creare, senza mai rinunciare alla propria visione".

Io e Mr Wilder di Jonathan Coe

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