Cultura e Spettacoli

Così la Brexit ci cancella le serie tv

Esiste un documento dell'Ue che può ridurre la presenza, nei palinsesti on demand, delle serie britanniche? È una conseguenza della Brexit?

Così la Brexit ci cancella le serie tv

La Brexit potrebbe portarci via le nostre serie preferite on demand su piattaforme come Amazon e Netflix? È quanto sostiene il Guardian, secondo il quale esisterebbe un documento redatto nel cuore della UE, a Bruxelles, di cui già il titolo dice tutto: “La presenza sproporzionata di contenuti britannici nelle quote di prodotti on demand europei e gli effetti sulla circolazione e promozione di lavori diversi”. Questo documento si proporrebbe di favorire, come dice sempre il Guardian che lo avrebbe letto, “una diversità dei contenuti”.

Una conseguenza della Brexit?

Dunque in apparenza il progetto di riduzione delle serie britanniche on demand, voluto dalla Francia con l’appoggio dell’Italia, della Spagna, dell’Austria e della Grecia, sembrerebbe un modo per garantire una maggiore varietà nell’offerta, ma il Guardian e i media in generale ritengono che l’iniziativa sia, più semplicemente, una conseguenza della Brexit. L’origine di tutto ciò è da ricercare nella definizione di film e serie tv, etichettati come “opere europee”.

In proposito il Guardian cita il documento di Bruxelles: “Sebbene il Regno Unito sia ora un Paese terzo per l’Unione Europea, i suoi contenuti audiovisivi si qualificano ancora come ‘opere europee’ secondo la definizione fornita dalla direttiva dell’UE sui servizi di media audiovisivi (Avms), poiché la definizione continua a fare riferimento alla convenzione europea sulla televisione transfrontaliera del Consiglio d’Europa, di cui il Regno Unito resta parte”.

La direttiva a cui accenna il Guardian, come specifica anche l’Huffington Post, stabilisce che la maggior parte del tempo a disposizione per le trasmissioni sulla televisione terrestre deve essere occupato da programmi europei. Sulle piattaforme come Amazon e Netflix, inoltre, il numero di titoli deve rappresentare il 30% dell’offerta.

Il ruolo della Francia

La Francia, però, ha chiesto un aumento della percentuale di contenuti europei sulle piattaforme on demand pari al 60%, a cui si aggiunge la richiesta che il 15% dei guadagni venga reinvestito in produzioni europee. Qui sta il nodo inestricabile del problema. Il fatto che le opere britanniche continuino a essere definite “europee”, appunto, avrebbe creato uno squilibrio nella programmazione. Cita ancora il Guardian dal documento UE: “L’elevata disponibilità di contenuti britannici nei servizi di video on demand, nonché i privilegi concessi dalla qualifica come opere europee, possono comportare una presenza sproporzionata di contenuti britannici con la quota europea di video on demand e ostacolare una maggiore varietà di opere europee” e “può incidere sul raggiungimento degli obiettivi di promozione delle opere europee e della diversità culturale previsti dalla direttiva sui servizi di media audiovisivi”.

L’impatto sul pubblico

La Commissione Europea starebbe già lavorando su uno studio che ha come obiettivo capire quali sarebbero le conseguenze di questa eventuale, mancanza di diversità culturale. Cosa significa tutto questo per noi spettatori? La possibilità che venga ridotta drasticamente la presenza di serie britanniche su piattaforme come Netflix e Amazon. Il Guardian ricorda che “il Regno Unito fornisce la metà dei contenuti televisivi europei in vod in Europa”, dunque la cancellazione di spazio e privilegi sarebbe un durissimo colpo per le casse inglesi. A rischio ci sono serie popolarissime come “The Crown” e “Downton Abbey” e "Peaky Blinders".

Iniziamo a farci delle domande.

Le serie "incriminate" verrebbero cancellate da un giorno all'altro? Dietro a questo possibile provvedimento, che sa di politicamente corretto e potrebbe entrare in vigore il prossimo gennaio, quando la presidenza dell'Unione spetterà proprio alla Francia, c’è davvero la volontà di promuovere opere di vari Paesi, o si tratta di uno sgambetto europeo conseguente alla Brexit? Se dovessero venire tagliati programmi amati come la già citata “The Crown”, quale sarebbe la reazione del pubblico? Forse bisognerebbe tenere conto anche (e soprattutto) del gusto degli spettatori, visto che sono a scegliere, seguire e pagare per vedere film e fiction.

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