«C'è crisi, ma la Terra gira ancora...»

nostro inviato a Mantova

È giovane, esordiente, carina, ha fatto la giornalista, ha lavorato per anni come editor in un colosso come Simon&Schuster, ha avuto come insegnanti Aimee Bender e Nathan Englander, anche loro giovani promesse, poi esordienti di successo, oggi maestri riconosciuti della narrativa americana contemporanea (entrambi, non a caso, anche loro ospiti qui al festival). E per di più sembra abbia ottenuto un anticipo milionario, caso rarissimo in editoria, a meno che non si voglia fare del libro un caso anche letterario e/o commerciale. Lei, ovviamente, ride di gusto: «Sicuramente ci sono state cose che mi hanno aiutato, come lavorare in una casa editrice dove ogni giorno, leggendo e correggendo libri di altra gente, capisci quanto è difficile pubblicare un buon romanzo, trovare quello giusto tra mille da buttare...».
E certo aver avuto come insegnante al college Aimee Bender, che leggeva le sue short stories, e all'Università Nathan Englander, che gliele correggeva... come dire, male non fa.
«Aimee Bender mi ha fatto capire quali sono le regole della realtà e come superarle in letteratura. Englander mi ha spiegato molto bene l'etica della scrittura: questione prima di tutto di impegno e fatica. Però, no. Non sono stata “costruita” a tavolino. Semmai sono stata fortunata...»
Lucky, fortunata, biondina, decisa, Karen Thompson Walker ha 30 anni, è nata e cresciuta a San Diego in California, vive a Brooklyn, e ha esordito con un romanzo (scritto benissimo, come scrivono bene gli americani) fantascientifico-apocalittico, L'età dei miracoli, che negli Stati Uniti è, appunto, un caso. E sul quale da noi Mondadori, che lo presenta oggi a Mantova, punta moltissimo.
Il suo libro è una storia raccontata da una ragazzina di 12 anni...
«... che è proprio l'età dei miracoli, quando i cambiamenti sono improvvisi e totali, nel fisico e nella psicologia, di un altro “miracolo”, anzi un incubo: un giorno alla tv viene annunciato che la rotazione della Terra è rallentata, senza che se ne conosca la causa: le giornate si allungano sempre di più, il giorno “raddoppia”, giorno e notte si invertono, il concetto di tempo salta, i cambiamenti climatici e fisici iniziano a colpire tutti...».
La fine del mondo.
«Il possibile inizio della fine del mondo. La gente non capisce, è presa dal panico, prende d'assalto i supermercati per fare scorte, si prepara al peggio, e succede una strana cosa: la vita, per la maggior parte delle persone, continua con gli stessi ritmi, gli stessi gesti e le stesse abitudini, che vengono riadattati al cambiamento, mentre un'altra parte della popolazione rifiuta la scelta di imporre un “tempo legale”, come vogliono i governi, facendo finta che la vita quotidiana continui come sempre, mentre quella del pianeta, fra stragi di animali e nuove malattie, è sconvolta».
Un romanzo fantascientifico.
«Un romanzo che in qualche modo rientra nel genere fantascientifico, e in parte ne esce, o cerca di uscirne, guardando a libri come Cecità di José Saramago, a esempio».
O The Road di McCarthy.
«O altri romanzi non di genere, romanzi tout court. L'impianto fantascientifico c'è, rivisto e “corretto” da un astrofisico a cui ho fatto leggere le bozze, e che mi ha confermato che gli effetti di un rallentamento della rotazione terrestre sull'umanità così come li racconto nel romanzo sono plausibili... Ma poi, ovviamente, oltre ai cambiamenti climatici, economici e sociali, cioè “fanta-scientifici”, ci sono quelli umani, più importanti: e quelli sono reali, per quanto un romanzo “apocalittico” possa narrare la realtà».
Apocalisse, la Guerra Fredda, l'11 settembre, le catastrofi naturali. L'America ha così paura della fine del mondo?
«Una parte dell'America sì. Ma non la maggioranza. Che non ha paura di finire le proprie “scorte” e non rinuncerebbe mai a vivere come è abituata a fare. Forse il mio libro aiuta a farci riflettere sul fatto che, nei momenti di grande incertezza, come è questa crisi finanziaria globale, non è per nulla male poter continuare a fare le piccole cose di tutti i giorni.

Guardare la tv, comprarci quello che vogliamo al supermercato, svegliarci all'alba e andare a letto al tramonto in un mondo dove la Terra è ancora al suo posto».
Anche se le Borse crollano, o un aereo entra nelle Torri, o uno tsunami si abbatte sulla costa...
«... fino a che la Terra continua a girare, l'esistenza può non essere così terribile».

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