Controcultura

Chadia Rodriguez gioca (seriamente) con il sesso

Chadia Rodriguez gioca (seriamente) con il sesso

Torino. Consapevolezza, è la parola d'ordine, oggi. Lo ha ammesso, in un autodafé, anche Nicola Lagioia a proposito del suo commento sessista di vent'anni fa riesumato da Striscia su Melissa P. che, sempre vent'anni fa, Lagioia avrebbe volentieri messo a novanta per infilarle le pagine di Lolita da qualche parte. Ci siamo allora chiesti perché il direttore del Salone all'incontro di ieri con Chadia Rodriguez non fosse presente. Non si può partecipare a tutti gli incontri, ma a questo, ecco, avrebbe fatto bene a non mancare: le nuove generazioni hanno tanto da insegnarci - si chiama reverse mentoring - e Chadia, classe 1998, si è presa la responsabilità di scrivere un manuale di educazione al piacere, dal titolo Sex, lies and Chadia (Baldini+Castoldi). Un punto di riferimento per i tanti giovanissimi presenti. Ma anche per tanti adulti che nella vita qualche errore grossolano alle spalle ce l'hanno: alla consapevolezza non c'è limite, mai.


Chadia Rodriguez è giovane, ma sa bene - da quando faceva le medie e all'intervallo imparava cose sul sesso, magari mettendo preservativi sulle banane, visto che i social non c'erano ancora - che donne e uomini hanno capito da un pezzo che il sesso (anche anale) non è più uno strumento di sopraffazione del maschio sulla femmina, anzi. Tipo, se Lagioia le avesse fatto una domanda qualsiasi, durante l'incontro di ieri, si sarebbe sentito rispondere: «Grande! Grazie per la domanda. Vieni che ti regalo un plug anale e poi mi racconti su Instagram com'è andata». Perché Chadia è una donna piena di coraggio e non ha nessun bisogno, come accadeva a Melissa Panarello vent'anni fa, di scrivere sotto pseudonimo anche se il suo libro dà risposte sul porno, sulla masturbazione, sui sex toys, ovvio, e naturalmente sul sesso anale e lei ne va fiera e va bene così.


Prima dell'incontro, Chadia sta alla Lounge del Circolo dei Lettori a farsi le foto e le interviste: leggera e libera come un uomo, senza borsa. Perché la borsa, rosa e pesante, gliela porta Pepe. E sulla borsa c'è scritto «Sex Toys Inside». E Pepe ne va fiero. La borsa ha uno scopo preciso: è piena di regali un po' «speciali» e il primo se lo becca il fotografo gentile che le fa i primi piani con il libro. «Per la tua ragazza, con tanto amore»: una bustina argentata con un paio di manette. Il fotografo arrossisce, non se lo aspettava. Ma Chadia è generosa e serena, anche se «brutte esperienze» le ha avute anche lei, come Melissa, solo che: «Prima di parlarne con voi», precisa, «ne ho parlato con gli avvocati».
Il suo incontro al Salone è al Palco Live fuori dall'Oval. Un posto che non è per tutti, dove ci sono quaranta gradi all'ombra e le code per partecipare agli eventi le fanno solo gli spavaldi, gli under 20 e quelli che ci tengono davvero. Ma siccome lei è «la prima rapper donna di successo in Italia» (Bella così, «inno a favore dell'empowerment femminile», è uno dei suoi pezzi da battaglia) e alla fine dell'incontro ha bisogno di cantare e siccome la sua voce trapasserebbe senza meno le sottili pareti dei padiglioni impedendo di capire quel già poco che si coglie di ogni evento non blindato nelle colorate sale di lusso per relatori vip, Chadia sta fuori. E ci sta bene, sembra: arriva in bikini, short e giacca di pelle borchiata e cappellino e un paio di scarpe che sono l'essenza del suo coraggio. Arancione evidenziatore. E alte, altissime, bellissime: anche queste non sono per tutti.

E anche le scarpe hanno uno scopo preciso, molto diverso da quello sottomissorio che avevano per Pauline Reage in Histoire d'O: «Ho i tacchi a spillo: non ti conviene mettermi i piedi in testa o potrei provare a fare lo stesso con te».

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