Chi è

Paul Virilio (Parigi, 1932), intellettuale francese che ha scelto da tempo l’isolamento di La Rochelle perché non sopportava il cima dei «salotti» parigini, non è un «semplice» filosofo. È urbanista, teorico culturale ed esperto di nuove tecnologie, noto principalmente per i suoi scritti sullo sviluppo della tecnologia in relazione alla velocità e al potere. Cristiano e antimoderno, è l’ultimo grande pensatore che ha avuto il coraggio di eleggere a tema di riflessione epocale la questione delle tecnoscienze e dei rischi disumanizzanti che il progresso scientifico porta con sé, seguendo in questo una linea filosofica già battuta da pensatori come Martin Heidegger, Ernst Jünger e lo stesso Oswald Spengler.

Un concetto chiave per Virilio è la «dromologia», ossia la scienza (o la logica) che studia i fenomeni sociali dal punto di vista della velocità: cioè la velocità (il cui aumento costante può privare l’uomo dell’opportunità del pensiero e degli affetti) come categoria a sé, capace di spiegare molti fenomeni della modernità. In Italia è pubblicato soprattutto da Raffaello Cortina editore.

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