il commento 2 Per riportare i libri in tv basta il telegiornale

di Gianfranco de Turris
Il ministro pro-tempore dei Beni culturali (dato che ne abbiano avuto uno diverso all'anno), Dario Franceschini, al recente Salone di Torino se n'è uscito con l'estemporaneo invito alla televisione di ripagare il male fatto alla cultura italiana promuovendo il libro. Ma le sue idee sono state a dir poco balzane. Che senso ha in una soap opera o in un serial tv far vedere gente che legge, un personaggio con un libro in mano? Nessuno ci farebbe caso, e magari come avvenuto in passato il cattivo della situazione, un killer o un pedofilo, potrebbero leggere, ma guarda un po' che caso, Il Giornale o magari un libro di Evola... Siano seri, e andiamo al sodo, cerchiamo di non essere estemporanei e pensiamo soluzioni fattibili. Quando ero nella redazione cultura del Giornale Radio Rai, il mio caporedattore di allora, Piero Dorfles, si inventò una rubrica intitolata Un libro al giorno che in un minuto, poco più poco meno, parlava di un romanzo o saggio in modo piacevolmente sintetico. Un modo semplice ma efficace per promuovere la lettura. A dire il vero quando si proponeva la rubrichetta nelle riunioni preparatorie dei giornali radio, i vari capiredattori o chi per loro dei GR1, 2 e 3 non erano molto soddisfatti. Ritenevano la proposta una pezza, quasi un modo per evitare un lavoro più impegnativo, una intervista o un vero e proprio servizio su un qualcosa letto magari proprio quella mattina sui quotidiani e ritenuto importantissimo o «popolare». Mitico aggettivo che faceva rigettare libri considerati troppo «difficili» per il pubblico radiofonico. Sicché spesso Un libro al giorno non andava in onda nelle edizioni principali dei GR, ma slittava in quelle secondarie come una specie di riempitivo. Un clamoroso errore. Alla radio si sente soltanto una voce, mentre in televisione si vedono le immagini che spesso distraggono dal parlato. La formula di Un libro al giorno potrebbe essere benissimo adatta per i TG: un minuto o poco più sono sufficienti, e le immagini tra il volto del giornalista, il libro e spezzoni di repertorio adatti all'argomento, riempiono 60-80 secondi.

La rubrica potrebbe andare in coda ai TG, prima dello sport, quando si trova sempre spazio per il cinema, meglio se nelle edizioni principali, ma anche le secondarie vanno bene. Altro che un personaggio di Un posto al sole o di Gomorra con un volume in mano!

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