Critico contro i barbari, paladino dell'antimoderno, shockato dal nuovo e rassicurato dal passato, Robert Hughes si intristiva a guardare negli occhi il proprio tempo, e ha preferiva girare lo sguardo dietro di sé. Niente cronaca, meglio la Storia.
Scrittore prepotente, ironista fulminante e critico ineguagliabile nel trafiggere tutto ciò che è stupido, che «fa tendenza» e che è corretto, Hughes è il prototipo (ineguagliato finora) dell'intellettuale eterodosso, quello che stando sempre dalla parte sbagliata spesso - a posteriori - ci si accorge che era nel posto giusto.
Il coro «politicamente corretto» è un solo piagnisteo ipocrita
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