Cose da vedere (ma anche no) al salotto intellettuale del libro

A Torino c’è di tutto, forse troppo. Per non smarrirsi nel supermercato culturale ecco una "lista" degli autori da seguire e di quelli da evitare. I televisivi, ad esempio

Cose da vedere (ma anche no)  al salotto intellettuale del libro

La brochure con il programma del Salone del libro, è un libro anch’essa. Conta 168 pagine, scritte fittissime. Per scegliere cosa seguire ci si impiega lo stesso tempo che occorre per leggere un romanzo di Fabio Volo, che a Torino c’è, o un saggio breve di Giulio Giorello, che c’è anche lui. Il Salone di quest’anno, ancora più degli altri anni, forse per via del venticinquesimo d’età, offre tantissimo. Forse troppo. In quattro giorni e mezzo sono previsti, più o meno, 990 incontri, circa 220 al giorno, che vuole dire, dalle 10 del mattino alle 22 di sera, 18 eventi in contemporanea ogni ora. Ci sono talmente tanti scrittori, e giornalisti, che alla fine ci sono tutti, soprattutto quelli che già si vedono sempre in tv - da Fazio, dalla Dandini, da Augias, da Volo, e per sovrappiù qui ci sono anche loro: Volo, Augias, la Dandini e Fazio.. -, che alla fine non c’è nessuno di nuovo. Perché dovrei andare a sentire Baricco a Torino dopo che l’ho già visto alle Invasioni barbariche? Aspetto, e lo vedo settimana prossima nel programma di Fazio&Saviano dal divano di casa.
Comunque, visto che la ricchezza del Salone del Libro sta proprio nella quantità, oltre che nella qualità, e visto che un comune visitatore si troverebbe perso nell’enorme e chiassosissimo salotto intellettuale del Lingotto, ecco una possibile guida agli eventi imperdibili, e anche a quelli perdibilissimi, della kermesse.
Oggi, ad esempio, si consiglia di fare un salto alla festa per Ezio Raimondi, al quale viene dato il premio «Giuseppe Bonura» per la critica militante: 84 anni, accademico e saggista letterario, è l’ultimo grande maestro della nostra critica. Se è in forma, c’è da sperare che racconti qualcuna delle storie che ha affidato ai suoi ricordi, appena pubblicati dal Mulino: Le voci dei libri. Varrà la giornata. A proposito di maestri. Nel tardo pomeriggio, alle 18, omaggio a Carlo Freccero: ci saranno Gian Arturo Ferrari, Fabio Fazio (ma dài?), Carlotta Fruttero, Luciana Littizzetto (ma dài) e Massimo Gramellini (ma dài?): un’ottima occasione per (ri)sentire aneddoti, pettegolezzi e veri insegnamenti di un vero, grande narratore. Tutto sommato evitabile l’appuntamento serale con Ilaria D’Amico (presentata da Morgan) per il suo primo romanzo. Tanto ne sentiremo parlare spesso in tivù. Senza contare che tutti quelli che piacciono molto dietro lo schermo, dal vero di solito sono un delusione.
Venerdì giornatona. Saltando la presentazione mattutina del nuovo libro di Corrado Augias (tanto più che dialoga con Giuseppe Culicchia) e semmai seguendo quella del pomeriggio su «Come uccidere un poeta senza scrivere un giallo svedese» con Björn Larsson (tanto più che dialoga con Giuseppe Culicchia), alla sera il consiglio è di andarsi a sentire i Sillabari di Goffredo Parise letti da Nanni Moretti. Molto chic. Sconsiglieremmo, invece, l’incontro con don Andrea Gallo su «Non uccidente il futuro dei giovani». Le possibilità che ricicli il solito repertorio di battute sul Vaticano, Berlusconi e i tossici già messo in scena nei vari festival e salotti tv, è altissimo. Anzi, sicuro. Evitare.
Sabato è affollatissimo. A maggior ragione bisogna fare selezione. Glissare l’accoppiata Concita De Gregorio - Michela Murgia prevista all’ora di colazione (tanto la prima c’è altre tre volte al salone, e la seconda addirittura quattro), e concentrarsi sulla fiesta organizzata da Guanda per i suoi autori, il fiore all’occhiello della letteratura spagnola. Probabilmente uno degli incontri più alti del Salone: ci sono Javier Cercas, Almudena Grandes e Luis Sepúlveda. Olè! Poi, per i cattolici c’è la lectio magistralis del cardinal Angelo Scola sulla famiglia, e per i laici i dibattito tra Luciano Canfora e Matteo Renzi sulla democrazia. Scegliete voi. Noi, saltando allegramente Fabio Volo e Serena Dandini, eventi clou del pomeriggio (piuttosto meglio i diari inediti del poeta Stephen Spender, presentati dal figlio Matthew), alla sera siamo indecisi tra la lezione-spettacolo di Fabrizio Gifuni Autobiografia di una nazione su Gadda e Pasolini (dentro il Salone) e la maratona notturna con proiezioni, letture e musica dal vivo dedicata a Roberto Bolaño (Fuori Salone).
Domenica poche cose, ma buone.

Al mattino l’incontro col maggior bestsellerista italiano, Geronimo Stilton, a mezzogiorno il ricordo di Giulio Einaudi nel centenario della nascita, con Asor Rosa, Ferrero, Franco, Magris e Segre (per vedere se qualcuno, oltre a dire che era un grandissimo editore, accenna al fatto che era anche un uomo, come si dice?, con i suoi difetti...), e nel pomeriggio l’omaggio a Philip K. Dick, sperando ci sia anche l’editore Fanucci, così lo show è assicurato. A quel punto non c’è più tempo né voglia per andare da Gustavo Zagrebelsky. Peccato.

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