Il fuoriclasse del reportage e del romanzoUn autore eclettico

D enis Johnson è un tipico professionista della scrittura come ce n'è soltanto negli Stati Uniti. Vuoi un reportage di trenta pagine sugli indipendentisti del Montana? Chiami lui, che ti confeziona un capolavoro applicando il manuale delle regole del Nuovo giornalismo (questo e altri suoi reportage sono raccolti in Cronache anarchiche, Alet, 2004; un libro da avere). Vuoi un romanzone impegnato ma baciato dall'ispirazione? Ecco Albero di fumo (Mondadori, 2009; altro libro da avere) sulla guerra in Vietnam, 700 pagine vincitrici del National Book Award. Vuoi racconti feroci sugli Stati Uniti contemporanei? C'è Jesus' son (Einaudi, 2000; da avere pure questo). Vuoi poesie? Ha scritto pure quelle, anzi a dire vero sarebbero la sua specialità. In Train Dreams, novella candidata al Pulitzer ora in uscita per Mondadori, Johnson sfida se stesso. All'inizio del secolo scorso, un uomo impegnato nella costruzione di ponti ferroviari torna a casa e trova la valle in cui vive devastata da un incendio. Ha perso tutto: moglie, figlia neonata, casa. Da solo dovrà affrontare una natura sterminata e silenziosa. Tema classico della letteratura Usa, elevato dunque il rischio di cadere nel luogo comune.

Ma c'è qualcosa di magico nei freddi boschi del Nord, e i fischi dei treni in lontananza sono la porta per accedere ai sogni a volte sconvolgenti, altre rassicuranti. Insomma: anche Train Dreams è tra i libri di Johnson da avere. Alessandro Gnocchi

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