Guerre e pax, in due mostre la storia di un impero democratico e felice

Tra il Colosseo e il Foro, “Roma Caput Mundi“ racconta attraverso statue, mosaici e locandine di film la capacità millenaria di dominio e quella di integrazione culturale dell’Urbe. Ai Musei Capitolini “L’età dell’equilibrio“ si concentrà sul periodo dorato di Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio

Una città razzista e violenta? Macchè. Una capitale del male, popolata di personaggi crudeli, spietati, ossessionati dalla corsa al potere e al piacere? Ma no. Dimenticate Rome e altri sceneggiati americani: l’Urbe era un’altra cosa, era la patria di tutti, era uno «spazio aperto» ai talenti senza distinzioni di provenienza. Insomma, era un impero democratico, come ci spiegano due diverse mostre che aprono i battenti in questi giorni. La prima, Roma Caput Mundi, racconta la storia dell’espansione politica e la sua «capacità di integrare i vinti e fondere le culture». La seconda, L’età dell’equilibrio, approfondisce il periodo felice tra il regno di Traiano e quello di Marco Aurelio.
Tra il Colosseo e il Foro, dal 10 ottobre al 10 marzo, Roma Caput Mundi abbraccia un periodo enorme, dalle origini ai cliché dei kolossal cinematografici, un arco di tempo che corrisponde in pratica all’intera storia dell’Occidente, e presenta una città-Stato capace di dominare il mondo senza distruggerlo. «Una città - spiega il curatore Andrea Giardina - che assorbiva i vinti e elargiva diritti di cittadinanza. Centro di un impero Roma lo divenne con le guerre, le campagne di conquista, il sangue versato, la sottomissione di popoli, la schiavitù. Ma restò tuttavia un modello culturale senza precedenti e forse senza epigoni». Il dominio e l’integrazione, la potenza bellica e la capacità di accoglienza, due aspetti in «armonica contraddizione».
La mostra, organizzata dalla soprintendenza per i beni archeologici, è un percorso attraverso sculture, rilievi, mosaici, testi, affreschi, bronzi, monete, immagini, locandine di film e flash narrativi curati dallo scrittore Edoardo Albinati. Si parte dalla Curia del Foro con L’oratio claudina, il manifesto dell’integrazione, si prosegue al Colosseo con le sezioni della Roma greca, l’Italia dei romani, La romanizzazione, Il mondo a Roma e si finisce al tempio del Divo Romolo, con La razza romana, invenzioni e leggende tra politica e cinema.
Ai Musei Capitolini invece fino al 5 maggio L’età dell’equilibrio si focalizza sul periodo dei «buoni imperatori» Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio. Quasi un secolo, tra il 98 e il 180 dopo Cristo, di regnanti moderati, diversi da Caligola e Nerone. Anni di saggia amministrazione delle province, di pace in tutti i Paesi affacciati sul Mediterraneo, di unificazione del sistema monetario e di diffusione di quello legislativo, di adozione del modello di vita urbano anche nelle lontane periferie imperiali.

Statue, sarcofagi, fregi, opere in bronzo mostrano però scene di guerra, perchè la pace del secondo secolo non è più la pax augustea ma un equilibrio frutto di un attento governo militare. Province in rivolta e imperatori «costretti» a soffocarle, quasi controvoglia. Senza rinunciare all’integrazione.

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