I 100 anni di Arrigo Castelli, l'uomo che ha portato l'Italia sulla Luna

Avrebbe compiuto oggi 100 anni, il cavalier Arrigo Castelli, inventore dell'elettrocardiografo ma soprattutto del magnetofono. Grazie a questa eccellenza Italiana, l'intera umanità ha potuto ascoltare le voci degli astronauti dell'Apollo 11

I 100 anni di Arrigo Castelli, l'uomo che ha portato l'Italia sulla Luna

Il 22 novembre avrebbe compiuto 100 anni il cavalier Arrigo Castelli, un imprenditore geniale e carismatico e di fatto una delle nostre eccellenze italiane. A lui si deve l'invenzione dell’elettrocardiografo, ma soprattutto del magnetofono, il culmine più alto del suo desiderio di sempre, quello di catturare la voce e registrarla su un filo d’acciaio. Era il 1947 quando a Como, nello scantinato della casa di uno zio, diede vita il suo sogno. Un sogno che rese felice lui, ma che fu soprattutto un enorme passo avanti per la tecnologia. “Sul filo ho registrato un fruscio da me provocato”, raccontò alla sorella, la giornalista Sarah Castelli, mentre in casa stappavano una bottiglia di spumante per festeggiare.

Più tardi quel filo d’acciaio, su cui aveva inciso un suono, riportò invece all’intera umanità quelle parole che gli astronauti dell’Apollo 11 pronunciarono non appena messo piede sulla Luna. Ma in quel momento di gioia familiare, il pensiero di sua sorella non arrivò così lontano, come invece successe poi in realtà: “Mi fermai a riflettere - racconta -che presto avremmo sentito registrate le voci di ognuno e che, se l’invenzione fosse stata fatta tanto tempo prima, oggi potremmo sentire le voci di Gesù, di Galileo, di Leonardo da Vinci, di Napoleone e tanti altri!”. Un precursore Arrigo Castelli, un sognatore, ma soprattutto un uomo che sapeva essere buono, affabile e gentile quanto intransigente, severo e autoritario. Abbiamo intervistato sua figlia Serena Castelli per questa importante ricorrenza. Ci ha raccontato che quello che suo padre voleva ardentemente era che i suoi macchinari fossero facili da comprendere. Anche dai bambini.

Non a caso per il magnetofono, che aveva fatto costruire e mettere in commercio dopo averne inventato ogni singola componente, aveva lavorato sulla fruibilità, la semplicità d’utilizzo e il basso costo. Presentato alla fiera di Milano, questo piccolo macchinario rivoluzionario, riscosse un immediato successo. “Anzi fu l’evento della Fiera campionaria di Milano dove nessuno volle andar via senza aver prima sentito la propria voce incisa”. Si legge. Fu poi l’incontro con John Geloso che creò le premesse tangibili per la commercializzazione e l’enorme diffusione degli apparecchi, chiamati Gelosino, in tutto il mondo, tutti riportanti la licenza Magnetofoni Castelli. L’evoluzione fu velocissima e negli anni ’50 tutti le famiglie ne possedevano uno con cui registravano voci, riproducevano canzoni e lo usavano per studiare e lavorare. Suo nipote Ivan ad esempio, ci ascoltava la musica, e del nonno ha un ricordo molto tenero: “Era un vero galantuomo, un uomo buono, che parlava di tutto con tutti. Aveva la capacità di mettere le persone a proprio agio, senza mai far pesare la sua posizione”.

Il ricordo della famiglia

La sua storia ricorda forse quella di Steve Jobs anche lui un sognatore e creatore di oggetti tecnologici che ha lasciato un segno per l’umanità. “Mio nonno, si era reso conto dell'impatto delle sue invenzioni sulla società - racconta ancora Ivan -e diceva sempre che dopo di lui sarebbe arrivato dagli Stati uniti una persona che avrebbe reso le informazioni a portata di tutti con altre scoperte sempre più evolute. Infatti anni dopo è arrivato Steve Jobs. A lui interessava sperimentare e rendere alla portata di tutti le sue invenzioni, lui puntava sull'utilità delle sue scoperte. Se poi potevano servire per registrare le voci dalla Luna, meglio ancora, del resto senza quel fono-telecomando con quelle componenti e quelle caratteristiche brevettate da lui, non avremmo traccia di quel momento storico, che invece ha tenuto incollato e col fiato sospeso tutto il mondo”.

Ma che tipo di "impatto" ha avuto sulle nuove generazioni? "Mio nonno era un ‘incantatore di serpenti’, riusciva sempre a convincere tutti con le sue invenzioni che studiava alla perfezione. Amava gli open-day, era talmente avanti che già apriva le sue fabbriche ai governatori, alle autorità, ed era talmente carismatico e capace di creare opportunità di lavoro che sosteneva fortemente la presenza femminile all'interno dell'azienda, perché le mani femminili erano decisamente più indicate ad assemblare le componenti meccaniche ed elettroniche rispetto a quelle maschili. Potremmo dire che era un sostenitore delle quote rosa! Certamente sarebbe stato amato da grandi e piccini”, ci ha spiegato il nipote.

La voce dalla Luna

Alla fine degli anni ’60 l'invenzione del cavaliere Castelli arriva alla Nasa, che sta preparando il progetto Apollo 11. “Houston: i tre astronauti Edwin Aldrin, Michael Collins e Neil Armstrong, sempre racchiusi nel loro quartiere di isolamento, raccontano punto per punto ai dirigenti della Nasa le fasi del loro storico viaggio sulla luna. Il tutto viene registrato”. Così scrive il 29 luglio del ’69 un importante quotidiano, pubblicando la foto del magnetofono. Se quindi le generazioni successive possono ascoltare le voci che rappresentarono “Un piccolo passo per l'uomo ma un’enorme passo per l’umanità”, si deve proprio a lui che aveva perfezionato il modello e creato un fono-telecomando che accendeva la registrazione del magnetofono con un intervallo di tempo talmente minimo che non perdeva l’informazione parlata. Questo era fondamentale per i tecnici della Nasa, i quali volevano monitorare, continuamente, le trasmissioni e i colloqui che avvenivano con gli astronauti. Con l'invenzione di Castelli, appena arrivava la voce, un suono o un rumore, il magnetofono iniziava la registrazione con un ritardo impercettibile, senza far perdere ciò che si voleva ascoltare. Nessuno al mondo aveva trovato una soluzione del genere. Lui sì. Ed è così che i tre astronauti si fanno fotografare in quarantena precauzionale e si fanno registrare attraverso i ben visibili dispositivi Geloso.

La medicina, un altro sogno di Castelli

Dopo l'incontro con Padre Agostino Gemelli, fondatore della Società italiana di fonetica sperimentale, nasce l’elettrocardiografo. Sfruttando la struttura del magnetofono anche in ambito medicale, dalla registrazione del suono passa a quella del battito del cuore, attraverso il primo prototipo di elettrocardiografo a tubo catodico con registrazione fotografica. Tutto questo all'inizio degli anni ’50 nel primo stabilimento di Milano che Castelli amplierà aprendo poi l’Elettronica Trentina in Val di Non, dove conoscerà la futura moglie, la signora Liliana, con cui rimarrà per 62 anni.

In quel paesino Cavereno, in Trentino, con poco più di 1000 abitanti, inizia la produzione di elettrocardiografi scriventi, che in poco tempo si evolvono e conquistano i mercati di tutto il mondo, arrivando negli anni ’80 ad occupare la metà del mercato nazionale del settore. Il Pioniere dell’industria trentina come venne definito all'epoca dalla Confindustria di Trento, nel 2015 ricevette per questo l'onore di avere una via a lui dedicata. Un grande omaggio che ancora oggi testimonia la sua grandezza.

Il suo testamento alle nuove generazioni

La mia vita l'ho vissuta da inventore. La mia luce nella mente era sempre in movimento. Non potevo stare fermo, appena finivo un’invenzione dovevo farne un’altra. Sapevo solo che dovevo continuare. Quando un’invenzione era finita esultavo tra me perché sapevo che sarebbe servita all’umanità. Pensate che emozione quando, con l'invenzione del mio magnetofono, hanno potuto parlare fin sulla luna. Poi sono passato ad altre invenzioni, il vostro cuore posso sentirlo anche adesso. Alle nuove generazioni dico: 'Non fermate la vostra mente, cercate in ogni maniera di creare, di fare cose nuove, poiché ce n'è bisogno.

Contribuirete alla nuova scienza che farà del bene a voi stessi e all’umanità. Datemi retta, perché quando l’invenzione riesce è veramente un’apoteosi e capirete che la vostra vita è servita veramente a qualcosa e anche voi vi sentirete grandi'".

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