Quel caffè semibuio e fresco come cantina, delizioso d'estate. Lo frequento coi soliti, tutti i pomeriggi: si è padroni del luogo. Senza contare due ragazze di Alto Adige arrivate da poco a far da cameriere. Si gioca al mazzolin di fiori che è una maniera di mettere le mani, a turno, nel petto delle due ragazze. Hanno poppe dure, madre di Dio! Ma, così rigide, non mi piacciono. Francamente, non sono femminili. E pensare che non si è cantato petto di donna, per secoli e secoli, che non fosse immaginato duro almeno della sottospecie cosiddetta acerba. Ma poi, e anche qualcosa che umilia, ti confesso, questi palpeggiamenti chiassosi, con le due ragazze querule ed eccitate, che ridono rovesciando la testa. Del chiasso sempre; del chiasso sessuale, ma del chiasso...
Elio Vittorini, Il garofano rosso (1948)
Ma chi te s'è inculato mai, a fungo cinese (diventa «ma chi te s'è in... mai, a farlocco»).
Spacca er culo (cambiato in «spacca er didietro alle tartarughe»)
Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita (1955)
Oggi ho saputo che, come gli europei vengono qui per i maschi, i libici e i croati più meritevoli vengono qui per le femmine marocchine. Molti anche i nigeriani premiati dal loro governo. Un gran bordello è il fondamento del regno di Hassan II. Le marocchine non vengono chiavate per il davanti, ma inculate, ché questa è la specialità che riempie i charters africani e jugoslavi. Gira e rigira, fra l'Africa e il buco del culo c'è un legame oscuro molto chiaro alle agenzie di viaggi. Qui comincia qualcosa che finisce in gloria nella sterilità organizzata - inculando si sconfigge l'incremento demografico.
Aldo Busi, Sodomie in corpo 11 (1988)
L'avessimo detto o io o lui che era per quella scopata tragica, invece niente. Duri e coglioni a ripeterci che la coppia è una forma istituzionalizzata dell'amore tale e quale al matrimonio e che allora bisogna rompere, perché sai io ti voglio bene ma tu mi radicalizzi, sai ti voglio bene ma mi annoi, sai ti voglio bene ma la mia libertà, sai ti voglio bene ma vaffanculo.
Rocco e Antonia, Porci con le ali (1976)
Te lo ricordi questo? Dice che lei era seduta lì, con le gambe a ciondoloni sui braccioli della sedia e all'improvviso, dice lui, gli viene l'ispirazione. Questo dopo averla scopata un paio di volte, dopo quella storiella di Matisse. Si mette in ginocchio - sta' attento - e con le due dita... La punta delle dita, capisci?.
.. le apre i piccoli petali... squisc-squisc... così. Un rumorino appiccicaticcio, appena percettibile. Squisc-squisc! Gesù, l'ho risentito tutta la notte!Henry Miller, Tropico del cancro (1962)
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