Cultura e Spettacoli

I detective da giallo sono cretini. Parola (diabolica) di Mark Twain

Il famoso Sherlock Holmes, giunto negli Stati Uniti, applica i suoi metodi a un caso di omicidio, rimediando una brutta figura. Una feroce novella dell'autore americano

Altro che commissari tecnici. L'Italia è un paese di investigatori. Ce ne sono di tutti i tipi. Quello che va alla grande, anche nelle classifiche di quest'estate, è il modello Montalbano dell'infaticabile Andrea Camilleri. Un uomo legato alla sua terra, dai saldi valori, capace di ironia. Un tizio con pochi grilli per la testa, si ricorda una sola sbandata sentimentale di un certo peso. Ne La piramide di fango (Sellerio), consueto bestseller d'agosto, il commissario siciliano, ormai maturo e riflessivo, si lascia coinvolgere in una inchiesta che all'inizio non lo ispira. Ancora una volta riuscirà a districare l'intreccio tra politica e malaffare. Nel frattempo il maresciallo Fenoglio di Gianrico Carofiglio indaga a Bari in Una mutevole verità mentre il commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni affronta l'inferno a Napoli in In fondo al tuo cuore . L'editore di entrambi è Einaudi, collana Stile Libero, e si vede. Fenoglio si chiama come uno scrittore, Ricciardi come il libraio-editore di Benedetto Croce, e qui viene fuori tutto lo spessore letterario dei tomi in questione. Ormai ogni città ha il suo detective, magari nella variante ironica, o in quella esistenzialista. Persino Cremona, dove c'è un omicidio ogni quindici anni, può contare su il Nitto Bellomo di Marco Ghizzoni ( Il cappello del Maresciallo , Guanda). Per indagare poi non è neppure necessario fare parte delle forze dell'ordine o essere un pubblico ministero. Risolvono omicidi ed episodi di cronaca nera anche i simpatici vecchietti toscani inventati da Marco Malvaldi o gli altrettanto simpatici ficcanaso delle case di ringhiera milanese creati da Francesco Recami. Sia Malvaldi sia Recami sono protagonisti, insieme ad altri autori, della recente e vendutissima raccolta Vacanze in giallo (Sellerio). La moltiplicazione degli investigatori ha portato con sé anche qualche «giallo» letterario. In Prima della battaglia (Guanda), Bruno Arpaia fa riapparire il commissario Alberto Malinconico, già incontrato nel romanzo Il passato davanti a noi (Guanda, 2006). In Patrocinio gratuito , racconto incluso nella antologia noir Giochi criminali (Einaudi), Diego da Silva, affida un caso di stalking all'avvocato Vincenzo Malinconico. Cosa si cela dietro l'omonimia? Ha indagato un nostro giornalista, Luca Crovi: i Malinconico sono lontani parenti, e non si può escludere che in un prossimo romanzo si incontrino.

Insomma, la moda dei gialli va alla grande fin dai tempi di Arthur Conan Doyle e del suo Sherlock Holmes. Il successo di pubblico, già allora, era travolgente. Quello della critica, oggi quasi unanime nell'elogiare tutto ciò che vende per il semplice motivo che vende, era meno assicurato. Prendiamo Mark Twain. Ecco, secondo lui, che pure era un amante del noir, Sherlock Holmes, simbolo della letteratura poliziesca, era un perfetto cretino. Lo si capisce da Detective Story a doppio fondo (Mattioli 1885, pagg. 102, euro 9,90). Una strana novella del 1902, ambientata negli Usa e divisa in due parti che si fondono con un colpo di scena proprio nelle ultime pagine. Prima assistiamo a un marito che oltraggia la moglie e sparisce. Il figlio, anni dopo, decide di dare la caccia al genitore per vendicare la madre. Poi la location cambia, ed eccoci in un paesotto di minatori dove, udite udite, giunge il famoso detective britannico Sherlock Holmes in visita a un nipote. Inutile dire: c'è un assassinio. E Holmes, con il suo stile basato sulla ferrea logica, raccoglie gli indizi e inizia a indagare. Il borgo pende dalle sue labbra. «Abbiamo la longitudine e la latitudine, corretta quanto alla variazione magnetica, e questo ci dà la posizione esatta del sito della tragedia...». La lunga requisitoria dell'infallibile Holmes, di deduzione in deduzione, arriva a un risultato completamente idiota. Il grande detective neppure si è accorto di essersi trovato a qualche metro dal killer, proprio mentre era in azione. Il popolo è volubile, oltre che poco raffinato, e decide per il linciaggio del supponente stupido venuto dall'Inghilterra. Fino a qui quello che si può raccontare anche se, tecnicamente, il giallo di Twain infrange quasi tutte le regole del genere, e dunque non di vero e proprio giallo si tratta.

Chissà se le indagini dei detective nostrani resisterebbero al vaglio del luciferino Mark Twain.

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