Cultura e Spettacoli

I "Symphoniacs" e "Madre Natura" per l’evento dei mecenati Kraler di Cortina

Concerto del gruppo musicale al suo debutto in Italia e inaugurazione della statua di Alessandro Galanti nel Fashion week end della capitale delle Dolomiti

I "Symphoniacs" e "Madre Natura" per l’evento dei mecenati Kraler di Cortina

Nasce dal ceppo di uno degli alberi stroncati dall’ultima alluvione nel bellunese la statua dorata di donna che l’artista Alessandro Galanti ha chiamato «Madre Natura». É un pino rosso, lo stesso legno con cui sono fatti i violini dei «Symphoniacs», che suonano l’«Inverno» di Vivaldi in versione classico-elettronica alle spalle della scultura, nell’enorme show room di Franz Kraler.

Sono stati i signori del lusso di Cortina d’Ampezzo a farsi ancora una volta mecenati, per offrire al pubblico che affolla il centro delle Dolomiti nel Fashion week end, l’inaugurazione dell’opera e il concerto. «Il fil rouge- dicono Franz e la moglie Daniela- che lega a noi Galanti e questo giovane gruppo musicale, al suo debutto in Italia, è la classicità reinterpretata in chiave moderna e il rispetto per l’ambiente».

La statua di metallo placcato d’oro, al centro di «piazzetta Kraler» sul corso di Cortina, rivolge una mano al cielo come una divinità e l’altra davanti a sè, verso l'uomo. «É la natura che offre tanta meraviglia ma chiede rispetto - spiega lo scultore-. Tanto benevola quanto distruttiva, anche quando sconvolge la terra insegna qualcosa». Parte sempre dall’attualità, Galanti, come nella recente mostra senza precedenti al Senato dell'opera «Omaggio ad Ilenia», per la Giornata Onu contro la violenza sulle donne. I Kraler l’hanno scelto proprio per il suo impegno di denuncia sociale,come hanno deciso di farsi talent scout, lanciando in Italia il progetto elettro-classico internazionale, del produttore, compositore e artista di Berlino, Andy Leomar.

Tra abiti, scarpe e borse delle più famose griffe si esibiscono sette giovani virtuosi e ribelli, venuti dalle filarmoniche di ogni parte del mondo. Con violini, violoncelli, pianoforte e tastiera contaminano la musica classica con quella elettronica, rivisitando «Le Quattro stagioni» di Vivaldi, tra l’entusiasmo degli ospiti. In chiave funk and groove affinano il grande successo del dj Robin Schulz «Prayer in C» in un pop sinfonico spumeggiante.

L’austriaco Andy, classe ’73, è l’anima del gruppo che ha già avuto successi in diversi Paesi e ora, con grande entusiasmo, punta dritto a Sanremo. I violinisti sono tre e tutti trentenni: il viennese Johannes Fleischmann; Christian Kim, mezzo tedesco e mezzo coreano, nato a Boston e cresciuto in Germania; Tom Suha, che viene da Budapest. É americano di Gettysburg il giovane violoncellista Colin Stokes, mentre l’altro è russo, Konstantin Manaev e viene dalla capitale degli Urali Yekaterinburg. Il pianista Oscar Micaelsson, classe ’90, è svedese e vive a Copenaghen. La loro unione, dopo una carriera di soliti già piena di premi e successi, nasce dalla fede nel motto del gruppo: « Symphoniacs is much more than just music: it’s a philosophy. A lifestyle.

The future».

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