Forze rivoluzionarie di tutto il mondo, unitevi e andate in libreria pronte a spendere (niente espropri, per piacere). Nei prossimi giorni, gli scaffali saranno invasi da falangi di scrittori che raccontano le rivolte epocali, le ideologie tramontate, la crisi della democrazia. Sarà un caso? Probabile. Comunque, in attesa dell'ondata estiva di soft porno, c'è da divertirsi col soft (e a volte hard) power.
GHIGLIOTTINA Il primo titolo interessante è La storia segreta della rivoluzione (Fazi, in uscita oggi) della inglese Hilary Mantel, vincitrice per due volte del Man Booker Prize, e famosa per la serie di romanzi storici dedicati alla dinastia Tudor. Nella sua nuova impresa (800 pagine che l'editore italiano pubblicherà in tre parti distinte) la storia privata di Robespierre, Danton e Desmoulins è intrecciata alla Grande storia della Rivoluzione francese. In lotta con la propria famiglia, la propria classe sociale e col proprio carattere, i tre protagonisti incendieranno la Francia per creare un mondo nuovo da cui saranno inghiottiti. Tratto distintivo del libro è l'ironia crudele della Mantel. Un po' Occupy Paris, un po' V for Vendetta sembra L'armata dei sonnambuli (Einaudi, pagg. 792, euro 21) dei Wu Ming, che tornano al romanzo storico. Siamo a Parigi nel 1794. Il Terrore schiaccia la plebe, dopo averla usata per arrivare al potere. Un uomo in maschera, l'Ammazzaincredibili, si aggira sui tetti della città per difendere i cittadini dei quartieri popolari.
IDEOLOGIA Spazia dal comunismo da salotto degli anni Trenta a Occupy Wall Street il monumentale I giardini dei dissidenti (Bompiani, in libreria il 16 aprile) di Jonathan Lethem. Si ripercorre la storia della sinistra americana ma anche di una famiglia (e di un amore). Forse non c'è più spazio per gli idealisti eccentrici. Non è detto sia tutta colpa del capitalismo: anche il partito comunista non scherza quando si tratta di epurare utopisti, eccentrici e compagni eterodossi. I lanciafiamme (Ponte alle Grazie, in uscita oggi) della statunitense Rachel Kushner si presenta sul mercato italiano accompagnata dalle parole roboanti di Jonathan Franzen: «Il miglior libro dell'anno». Non sappiamo dire se sia vero. Senz'altro, nel 2013 il libro è entrato nelle top ten di qualità stilate da BBC, Guardian, New Yorker, New York Times. Siamo nel 1977, in Nevada. La giovane Reno conosce Sandro Valera, artistoide rampollo di una stirpe di industriali. Un viaggio in Italia cambierà le loro vite. Reno si immerge nel rassicurante tran tran di villa Valera, sul Lago di Como, piena di reminiscenze fasciste. All'improvviso si troverà proiettata nella Roma dei movimenti e della controcultura... Anche Fabio Stassi, in Come un respiro interrotto (Sellerio, pagg. 316, euro 16), attraversa tre decenni di ideologie e di speranze tradite, riletti da una prospettiva esistenziale.
PRESIDENTI Gli Stati Uniti, da qualche anno, sembrano impegnati in una riflessione sul funzionamento della democrazia e sulla figura del presidente. Negli ultimi tempi, le serie tv e il cinema hanno relegato in un angolo la letteratura. In televisione, senza tornare indietro fino a The West Wing, ricordiamo lo sfortunato Boss di Gus Van Sant, la soap opera Scandal, per certi versi Homeland. Al cinema, abbiamo visto Lincoln in tutte le salse, da quella horror (!) a quella «machiavellica» di Steven Spielberg. La Casa Bianca è stata assediata (White House Down). La campagna per le presidenziali è stata girata in burla da Will Ferrell in The Campaign. L'ipocrisia dei politici è stata smascherata ne Le idi di marzo, con George Clooney, tratto dalla commedia teatrale Farragut North di Beau Willimon, e perfino in un ottimo film noir vecchio stile come Broken City, con Mark Wahlberg. Il fenomeno del momento, però, è House of Cards, la serie appena lanciata da Sky Atlantic, tratta dal romanzo di Michael Dobbs (edito da Fazi, pagg. 447, 14,90 euro) in cui Kevin Spacey, potentissimo membro dello staff presidenziale, si vendica di chi gli ha messo il bastone tra le ruote, impedendogli di diventare il nuovo segretario di Stato. Il libro, a differenza del prodotto televisivo, è ambientato in Inghilterra, e segue le peripezie politiche di Francis Urquhart, influente membro del Parlamento, stufo di lavorare dietro le quinte e pronto a utilizzare tutte le informazioni in suo possesso per emergere. Dobbs sa bene di cosa parla, essendo stato a lungo a fianco di Margaret Thatcher. E distilla pillole di realismo (o cinismo?) che hanno sancito il successo del romanzo: «La politica richiede sacrificio. Il sacrificio degli altri, ovviamente». In giugno arriverà invece La regina delle nevi (Bompiani) di Michael Cunningham.
Anche in questo caso, la storia di due fratelli incrocia la Storia. Il romanzo si apre con le elezioni del 2004, vinte da Bush, e si chiude con una nota di disillusione per l'Obama del 2008. Nel mezzo c'è stato lo spazio per crescere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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