L'esercito degli italiani racconta la Grande guerra

"WW1" è il nuovo progetto che ospita le testimonianze sul conflitto. A Pordenonelegge inizia la raccolta di documenti da mettere on line. Tutti possono aiutare a ricostruire le vite di chi ha combattuto

L'esercito degli italiani racconta la Grande guerra

La prima gigantesca, feroce tempesta d'acciaio che ha squassato l'Europa. Una guerra di macchine, uomini, industrie. Un evento che cent'anni dopo è ancora difficile capire nella sua interezza, eppure così enorme da lasciare tracce incancellabili. È la Prima guerra mondiale, di cui nei prossimi anni si parlerà tantissimo, proprio per quel secolo trascorso. Tra i vari progetti in partenza ce n'è uno che ha l'ambizione, sfruttando le tecnologie della Rete e del digitale, di costruire una “mappa” virtuale degli eventi che soltanto vent'anni fa sarebbe stata impensabile. Si chiama WW1 - dentro la Grande Guerra e sta muovendo i primi passi fra digitalizzazione e ricerca storica.

Come spiega Emanuela Zilio che è ne è la responsabile, «WW1 è nato all'interno dell'area di ricerca di Digital Distillery, nella primavera del 2012. Le idee base sono semplici. Vuole essere uno strumento utile per le scuole, per le università, per i ricercatori, per la gente. L'emozione nel ritrovare un passato anche proprio, la possibilità di “mettersi nei panni di...” è il driver del progetto». In pratica WW1 si propone di andare oltre i libri, di far vivere un'esperienza. La storia viene fatta rivivere fisicamente, attraverso l'uso dei sensi e dell'“immersione”. La Prima guerra mondiale viene trasformata in video interattivi a 360º, spiegata in loco attraverso realtà aumentata.

A esempio uno dei punti cardine dell'inizio del progetto è la messa a disposizione della mappa interattiva completa del fronte. E la piattaforma è anche collegata a Europeana (la biblioteca digitale europea che riunisce contributi dei 27 Paesi membri dell'Ue). Spiega Zilio: «In questo anno e mezzo, WW1 - dentro la Grande Guerra ha creato un enorme network dal basso, entrando in contatto con enti di ricerca, aziende, associazioni. In Italia e all'estero. In WW1, infatti, entrano a sistema dati ufficiali e certificati come quelli provenienti dalle istituzioni, da aziende storiche, ma anche informazioni in mano ai singoli. In questo quadro, la collaborazione con Europeana occupa un tassello importante. I profili ufficiali dei Caduti in guerra, per esempio, dato certificato nell'Albo d'Oro, verranno arricchiti con quelli dei media (foto, diari, lettere, ecc.) presenti nel database di Europeana».

Ecco perché WW1 organizza eventi come il Collection Day che si terrà il 21 settembre a «Pordenonelegge» (ci sarà anche un convegno sulle tematiche della Memoria e degli Itinerari letterari legati alla Grande Guerra). Servono a raccogliere i cimeli e le storie dei soldati e dei civili che hanno vissuto la guerra. Per i proprietari, che non cederebbero mai questi oggetti a un museo perché fanno parte della storia di famiglia, è a disposizione il DB di Europeana, uno spazio sul web dove chiunque può caricare foto, video, testi di lettere o diari. WW1 lo mette a sistema con molte altre informazioni, dando valore a quelle storie (www.progettoinmemoria.net). Chiunque possegga immagini, lettere, cartoline, cimeli o altri oggetti relativi al periodo dal 1914 al 1918 può contribuire alla crescita di questo archivio online, condividendo le proprie storie con il mondo. Durante la giornata di digitalizzazione che si terrà a Pordenone presso il WW1 Point, dalle 9 alle 20, gli esperti saranno a disposizione per la digitalizzazione di materiali e la registrazione dei racconti. E tutto il materiale verrà restituito il giorno stesso.

Questi sono soltanto i primi passi di WW1: «WW1 è stato presentato alle Associazioni d'Arma e al ministero della Difesa tra marzo e aprile. Il progetto è stato illustrato al Salone del Libro di Torino presso lo stand del ministero della Difesa.

Sono in via di definizione le modalità di interazione con gli archivi storico-militari e i diversi reparti. WW1 è inoltre pensato per accogliere i contenuti che verranno sviluppati nei territori e che stanno fiorendo, pur a oggi in assenza di finanziamenti governativi. La piattaforma potrà costituire una cassa di risonanza».

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