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L'individuo salva la società Ecco la lezione di Tocqueville SCARICA L'EBOOK

In un'epoca in cui i sistemi di welfare non assicurano il benessere sociale, "Saggio sulla povertà" di Tocqueville suona di una modernità disarmante. SCARICA L'EBOOK A SOLI 1,99 EURO

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Scaricabile oggi a soli 1,99 euro "Saggio sulla povertà" di Alexis de Tocqueville SCARICA L'EBOOK
La produzione di Alexis de Tocqueville – autore tra i più fecondi e meno compresi della tradizione liberale – non fu particolarmente copiosa; eppure capita di rinvenirvi alcune gemme trascurate. È il caso del "Saggio sulla povertà", che egli presentò alla Società accademica di Cherbourg nel 1835, dopo aver pubblicato la prima parte de "La democrazia in America" e mentre già lavorava alla seconda.
In esso, il pensatore francese s’interroga sull’apparente paradosso dell’indigenza, la cui diffusione è tanto maggiore quanto più elevato è il livello di benessere della società esaminata. Paradosso – appunto – solo apparente: perché di povertà non avrebbe senso parlare in economie prevalentemente agricole e votate alla mera sussistenza. Solo con l’industrializzazione e con la diversificazione dei consumi e dei desideri che questa alimenta, la disuguaglianza emerge e si palesa nella distribuzione delle proprietà. La povertà, ci dice Tocqueville, è un fenomeno relativo e sempre dipendente dal contesto: non può, dunque, sorprendere che essa si accompagni a un generale aumento del benessere.
Ciò non implica che dobbiamo disinteressarci del destino degli indigenti. Ma Tocqueville contesta che possano occuparsene con successo le istituzioni politiche. In pagine di grande modernità, egli tratteggia le conseguenze inintenzionali dell’intervento pubblico, ispirandosi alla plurisecolare esperienza inglese. Il soccorso legale non può distinguere se la povertà sia frutto del vizio o della sfortuna: alimenta, così, “una classe oziosa e composta da parassiti”. Inoltre, esso rimuove il vincolo morale che la solidarietà privata crea tra il ricco e il povero, corrompendo questo e quello.
In filigrana, ritroviamo il tema fondamentale della riflessione di Tocqueville: l’azione e l’aggregazione spontanea degli individui possono servire scopi pubblici – cioè d’interesse generale – in modo più efficace e meno invadente di quanto non facciano le istituzioni statali. Di ciò egli ottenne una plastica rappresentazione durante il celebre viaggio negli Stati Uniti, che lo indusse a identificare la cifra della libertà americana proprio nella straordinaria ricchezza di associazioni volontarie. Oggi, in un’epoca in cui sistemi di welfare sull’orlo della bancarotta finanziaria e morale richiedono un radicale ripensamento, le parole di Tocqueville suonano profetiche; ma restano tristemente inascoltate.

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